Schermaglie all'Onu sulla guerra in Ucraina. Durante la riunione odierna del Consiglio di sicurezza al palazzo di Vetro a New York, presieduta dal ministro degli Esteri della Federazione russa, Sergej Lavrov, Mosca ha difeso quella che continua tuttora a chiamare "operazione militare speciale", provocando lo sdegno e la reazione di condanna degli altri Paesi. La Russia, membro permanente del Consiglio e detentore dunque del potere di veto, ha assunto la presidenza di turno dell'Un Security Council (Unsc) lo scorso 1 aprile.
"Ancora una volta, come durante la Guerra fredda, siamo giunti a una linea pericolosa, e forse ancora più pericolosa", ha dichiarato il capo della diplomazia russa aprendo i lavori di una controversa sessione del Security Council dedicata al "multilateralismo efficace attraverso la difesa dei principi della Carta delle Nazioni Unite". Lavrov ha giustificato l'intervento militare in Ucraina ritenendolo fondamentale per "sradicare le minacce alla nostra sicurezza", rappresentate dalle presunte "pratiche naziste" che il governo di Kiev vorrebbe introdurre per distruggere le tradizioni religiose.
L'Occidente unito contro la guerra del Cremlino
In un contesto quasi surreale, cominciato con una relazione di Maria Lvova Belova, commissario nominato dal Cremlino per i diritti dei minori ricercata a livello internazionale per via del mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale il 17 marzo 2023, non sono tardate ad arrivare le repliche dei rappresentanti degli altri 14 membri del Consiglio di Sicurezza. Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, ha parlato proprio di fronte a Lavrov, e ha attaccato la Russia per aver turbato e messo in crisi l'ordine internazionale. La diplomatica statunitense ha inoltre richiesto il rilascio dell'ex marine Paul Whelan, dal 2018 rinchiuso nelle carceri russe con l'accusa di spionaggio.
"La Russia – ha evidenziato Thomas-Greenfield – ha invaso l'Ucraina e ha colpito il cuore della Carta delle Nazioni Unite. Questa guerra illegale va direttamente contro il nostro principio più sacro, che una guerra di aggressione non è mai accettabile. La Russia vuole ridisegnare i confini internazionali con la forza in violazione della Carta Onu, va contro tutto ciò che questa istituzione rappresenta. Non riguarda solo Ucraina o Europa, ci riguarda tutti: oggi è l'Ucraina, domani potrebbe essere un altro paese".
Lo scontro più acceso si è materializzato quando il segretario generale Antonio Guterres ancora una volta ha puntato il dito contro le azioni del Cremlino in Ucraina, usando gli stessi toni degli Stati Uniti. "L'invasione russa dell'Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, sta causando enormi sofferenze e devastazioni al Paese e al popolo. Il sistema multilaterale è sottoposto alla tensione maggiore dalla creazione dell'Onu. Le tensioni tra le maggiori potenze sono ai massimi storici, e così sono i rischi di conflitto. Queste sfide globali possono essere risolte solo con il rispetto del diritto internazionale", ha commentato il 73enne portoghese.
La stoccata contro gli Usa e la reazione francese
Ma l'invettiva di Lavrov contro l'America non si è fermata alla dura critica del comportamento "anti-russo" avuto dagli Usa negli ultimi anni. Secondo il ministro degli Esteri di Mosca, in carica dal lontano 2004, Washington sarebbe responsabile della "distruzione della globalizzazione" che per molti anni ha salutato come "bene supremo di tutta l'umanità". "Il Fondo Monetario Internazionale – ha continuato Lavrov – si è trasformato in un organismo al lavoro per raggiungere gli obiettivi degli Usa e dei loro alleati, compresi quelli di natura militare".
Sulla condotta russa in Europa e nel mondo si è espressa anche la Francia, che individua un punto preciso nella storia recente in cui Mosca avrebbe iniziato a violare le norme sancite dal diritto internazionale. "La Russia - ha spiegato il rappresentante di Parigi, l'ambasciatore Nicolas de Rivière - ha usato illegalmente la forza in Georgia nel 2008, in Crimea e nel Donbass nel 2014. E più di un anno fa in Ucraina. La Russia sta violando i principi cardine dell'ordine internazionale, la sovranità e l'integrità internazionale dell'Ucraina e la legge umanitaria e sta prendendo di mira in modo sistematico i civili, deportando bambini e dando vita a atrocità".
Pechino contro le sanzioni occidentali
Una piccola apertura verso la Russia è comunque arrivata dalla Cina, Paese finora attento a non schierarsi a favore di nessuno degli Stati belligeranti, ma accusato dall'Occidente di sostenere in segreto lo sforzo bellico di Putin ai suoi confini grazie alla "partnership senza limiti" decantata dal Cremlino. Il rappresentante di Pechino al palazzo di Vetro, Zhang Jun, ha criticato quelle che lui chiama "sanzioni unilaterali", poiché violerebbero "i diritti basilari di donne e bambini" e "aggravano la situazione umanitaria causando immensi danni all'armonia e stabilità dell'ordine internazionale".
Da quando Mosca ha invaso Kiev, l'Onu ha approvato a larga maggioranza sei risoluzioni, la prima il 2 marzo 2022, con 141 voti a favore del ritiro incondizionato delle truppe russe dal territorio ucraino.
L'ultimo testo è stato accolto dall'Assemblea generale il 23 febbraio 2023, a quasi un anno dall'invasione, con lo stesso numero di voti favorevoli e il "no" di Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea, Mali, Nicaragua e Siria, oltre alle astensioni eccellenti di Cina e India.
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