
Un attacco militare anticipato nei minimi dettagli, bersagli e strategie discussi su un’app di messaggistica insicura e, per un errore clamoroso, un giornalista incluso tra i destinatari. Sembra la trama di un thriller politico, ma è la realtà di una vicenda imbarazzante che sta scuotendo Washington.
Come sappiamo, le più alte cariche dell’Amministrazione Trump, tra cui il ministro della Difesa Pete Hagseth e il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz, hanno usato il famigerato Signal per pianificare un’offensiva contro gli Houti in Yemen. Il problema? L’app è vulnerabile agli hackeraggi stranieri e il suo utilizzo in ambito governativo è una chiara violazione delle leggi sulla sicurezza nazionale. A complicare il pasticciaccio brutto, l'inclusione nella chat di Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, che ha avuto accesso a informazioni scottanti.
I democratici hanno reagito con forza durante un’accesa audizione al Congresso, chiedendo la rimozione di Hagseth, accusato di superficialità e incompetenza, e di Waltz, l’ideatore della chat segreta. Anche i repubblicani sono allarmati: il capo dei senatori John Thune pretende spiegazioni, mentre il presidente della Commissione Forze Armate, Roger Wicker, promette un’indagine bipartisan. Ma indagini e indignazione rischiano di finire nel vuoto. A difendere gli imputati c'è Donald Trump in persona. Prima ha liquidato la questione con leggerezza, poi ha minimizzato la gravità dell’accaduto, definendolo un semplice problema tecnico. Una difesa che stride di fronte alle evidenti violazioni dell’Espionage Act e delle norme che obbligano alla conservazione delle comunicazioni ufficiali. Waltz, infatti, ha persino impostato la chat per l’autocancellazione parziale dopo quattro giorni e totale dopo sette.
Non è la prima volta che leggerezze di questo tipo mettono alla berlina l'establishment americano. Era il 2023 quando a mandare in tilt l’intera catena di sicurezza americana il 21enne Jack Teixeira, per gli amici smanettoni “Og”, tecnico informatico in quel di Cape Cod. Fu il Washington Post a svelare che la persona responsabile di una clamorosa fuga di notizie e documenti lavorava in una base militare e avrebbe condiviso i file su una chat con una trentina di persona legate a Discord, l’applicazione popolare tra i gamer. In quel caso emerse come la Difesa Usa, sia per praticità che per la vetusta età dei suoi componenti sembra continuare a preferire file cartacei, che espongono la sicurezza nazionale a falle incredibili. Come se il caso Snowden non avesse insegnato nulla.
Un tempo applicazione di riferimento per attivisti e oppositori politici, Signal è oggi sempre più utilizzata anche dalle autorità statunitensi come rete di comunicazione non ufficiale. Secondo esperti di sicurezza informatica e privacy, la celebre piattaforma di messaggistica con crittografia end-to-end offre un livello di protezione superiore rispetto agli SMS tradizionali. Essendo open source, il codice dell’app è accessibile a sviluppatori indipendenti, che possono analizzarne eventuali vulnerabilità. Tuttavia, come accade per qualsiasi strumento di comunicazione utilizzato da figure di alto profilo, Signal è nel mirino di hacker sponsorizzati da governi. Il Google Threat Intelligence Group ha segnalato un incremento dei tentativi di violazione da parte di soggetti d’interesse per i servizi segreti russi. Nonostante ciò, l’app non è stata completamente vietata dalle autorità statunitensi. Sotto l’amministrazione Biden, alcuni funzionari hanno ottenuto il permesso di installare Signal sui dispositivi ufficiali forniti dalla Casa Bianca. Tuttavia, sono stati istruiti a impiegarla con moderazione e a evitare categoricamente la condivisione di informazioni riservate.
In soccorso agli imputati, fonti governative provano a ridimensionare lo scandalo, sostenendo che casi simili sarebbero avvenuti anche sotto Kamala Harris e l’ex capo del Pentagono Lloyd Austen. In realtà, la legge impone l’uso di spazi sicuri chiamati SCIF, dove l’uso di smartphone è vietato. Persino per questioni logistiche, piattaforme come Signal non sono ammesse se non in casi eccezionali e sotto rigidi controlli. Messo all’angolo, Hagseth ha scelto la difesa d’attacco, accusando la stampa di dar credito a fonti ostili e negando che nella chat si siano discusse operazioni militari, nonostante il Consiglio per la Sicurezza Nazionale avesse già confermato il contrario. Il portavoce della Casa Bianca Brian Hughes ha persino presentato lo scambio di messaggi come prova di un coordinamento efficace e rapido tra le istituzioni.
L’unico spiraglio di cautela arriva da JD Vance, ma non per ragioni di legalità. Il suo staff ha tenuto a precisare che il vicepresidente è perfettamente allineato alla posizione del presidente Trump, lasciando intendere che la fedeltà politica abbia più peso della sicurezza nazionale.
Nel frattempo, lo speaker della Camera Mike Johnson ha difeso i protagonisti dello scandalo, sostenendo che l’attacco militare abbia avuto successo e che le conseguenze della vicenda non debbano ricadere sugli ufficiali coinvolti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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