Quante volte ci sarà capitato di collegarci con una qualsiasi pagina web su Internet e, prima di iniziare la navigazione, appare la scritta "Abbiamo a cuore la tua privacy" seguita dalla descrizione di cosa accade se clicchiamo su "accetta" o "personalizza" in cui viene spiegato a cosa serve quell'operazione. Si tratta dei cookie, "identificatori del dispositivo o analoghi identificatori online" che "possono essere archiviati o letti dal dispositivo dell’utente per riconoscerlo ogni volta che l’utente si connette a un’app o a un sito web" per avere "pubblicità e contenuti personalizzati, misurazione delle prestazioni dei contenuti e degli annunci, ricerche sul pubblico, sviluppo di servizi; Dati di geolocalizzazione precisi e identificazione attraverso la scansione del dispositivo".
La classifica mondiale
Grazie ai cookie rimane online la traccia dei nostri gusti e preferenze: ecco perché tutte queste informazioni fanno gola agli hacker che vanno letteralmente a rubare queste informazioni come dimostra l'indagine realizzata dagli analisti di NordVPN per Repubblica con numeri da brivido: circa 54 miliardi sono quelli rubati in tutto il mondo dai cybercriminali, più di 450 milioni soltanto nel nostro Paese. È impressionante leggere che soltanto su Google, il motore di ricerca più utilizzato, sono oltre due miliardi i cookie rubati dagli hacker: al secondo posto c'è YouTube (più di 692 milioni), terza posizione per Microsoft (oltre 658 milioni di cookie). Nella top ten compaiono anche Amazon, Linkedin e Facebook per citare alcune tra le piattaforme più utilizzate e a rischio furto da parte dei criminali informatici. Per quanto riguarda i singoli Paesi, gli analisti hanno visto che è il Brasile la nazione dove ne vengono rubati di più, oltre due miliardi, seguito da India e Indonesia. Ahinoi, l'Italia si trova in 19esima posizione con il furto di oltre 456 milioni di cookie.
Perché interessano agli hacker
Nel dettaglio, però, perché i cookie sono così importanti per i cybercriminali? "Se un hacker prende possesso dei nostri cookie attivi, potrebbe non avere bisogno di conoscere nome utente, password o sistemi di autenticazione a più fattori per prendere il controllo dei nostri account", ha chiarito Adrianus Warmenhoven, consulente di cybersicurezza di NordVPN, al quotidiano. Ecco, una volta che ad esempio entriamo con una password su un'area riservata, abbiamo un cookie assegnato di default che, ogni volta che torniamo in quella pagina, ci "riconosce" e non richiede nuovamente di eseguire la procedura. In questo modo, se ci troviamo di fronte a un cookie attivo, gli hacker potrebbero entrare facilmente sul nosstro account con gravi danni per la nostra privacy.
I cookie più cercati
Gli esperti di NordVPN hanno fatto sapere che oltre 10 miliardi di cookie rubati riguarda quelli sull'identificazione generale, al secondo posto quelli che servono alle comunicazioni di rete per identificare una sessione, una serie di scambi di messaggi correlati. Poco dietro con decine di milioni di furti si arriva ai cookie che servono per l'identificazione e il login. "Se si uniscono tutti questi dettagli insieme con età, taglia, genere e orientamento sessuale, si può tracciare un’immagine molto intima dell’utente, perfetta per lanciare offensive o truffe ben strutturate”, ha sottolineato Warmenhoven.
Come difendersi
Anche se non c'è un metodo sicuro al 100% per evitare che un hacker possa rubare questi dati sensibili, i consigli degli esperti riguardano la cancellazione sistematica dei cookie in modo che possano ridursi al minimo "i dati che
potrebbero essere rubati". Programmi ad hoc possono aiutare a bloccare i malintenzionati, ecco perché sarebbe bene avere una Vpn (Rete privata virtuale) per innalzare il livello di sicurezza quando si naviga sul web.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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