Assolto "perché il fatto non costituisce reato". Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri non aiutò il sondaggista Luigi Crespi a occultare le prove del dissesto della sua società, la Hdc, fallita nel marzo 2004 lasciando un buco da quaranta milioni di euro: per questo oggi il tribunale di Milano, a conclusione di un processo lungo e complicato, ha riconosciuto l'innocenza di Confalonieri e del manager del Biscione Alfredo Messina. Per entrambi il pubblico ministero Laura Pedio aveva chiesto la condanna ad un anno di carcere.
Condanna, invece, per Crespi, accusato di bancarotta fraudolenta, sette anni di carcere, uno in meno di quanto aveva chiesto la pubblica accusa: una sentenza pesante ma in linea con gli standard del tribunale milanese nei processi di questo tipo. Crespi - che è stato a lungo uno degli spin doctor elettorali di Silvio Berlusconi, e che contribuì all'ideazione del "ontratto con gli italiani" nella campagna elettorale del 1994 - ha visto a partire dall'inizio del decennio scorso le sue aziende incontrare una serie crescenti di difficolotà. Secondo la Procura milanese, Crespi avrebbe contribuito personalmente ad aggravare il dissesto, facendo figurare entrate inesistenti per truccare i bilanci e sottraendo fondi dai bilanci dell'azienda.
Nel corso dell'inchiesta, la Procura aveva contestato anche la creazione di una rete televisiva colegata a Mediaset, Italia 7 Gold: per mettere a tacere le tv private concorrenti, tra le quali Telelombardia, inviperite per i prezzi di favore praticati di Mediaset a Italia 7 Gold, Crespi avrebbe finanziato sotto banco le emittenti rivali utilizzando fondi sottratti
a Hdc.Insieme a Crespi sonop stati condannati il fratello Ambrogio e la moglie Natascia. Ma difficilmente i condannati finiranno in carcere, perchè le pene verranno quasi azzerate dall'applicazione dell'indulto del 2005.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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