Gli hezbollah stanno subendo gravi perdite

Andrea Nativi

Quali risultati ha ottenuto Israele nella sua campagna di logoramento contro Hezbollah? Secondo alcuni, Tsahal sarebbe stato «bloccato» dall’imprevista resistenza della guerriglia, ma la realtà è ben diversa, perché gli obiettivi delle operazioni militari israeliani, fissati dal governo e non necessariamente condivisi dai generali, sono limitati.
Che il nocciolo duro dell’ala militare di Hezbollah fosse molto combattivo lo si sapeva. Da parte israeliana sono stati commessi diversi errori tattici e di comando e controllo nel corso dei combattimenti, mentre la guerriglia continua a rovesciare sui centri abitati i suoi 80-120 razzi quotidiani. Tuttavia Hezbollah ha perso in combattimento, secondo Israele, 200 dei suoi migliori operativi, inclusi diversi comandanti a livello intermedio, e almeno altrettanti sono stati feriti. Possono sembrare perdite insignificanti, ma non lo sono per una formazione che non arriva a 4.000 uomini, 500 dei quali inquadrati nei reparti d’élite. In pratica il 10% degli organici più esperti è stato stati eliminato.
Sulle dichiarazioni dei belligeranti bisogna sempre fare la tara, ma le cifre israeliane sono credibili, certo più dei 36 caduti, inclusi 6 di Amal, ammessi da Hezbollah. Inoltre una notevole quantità di armi e depositi di munizioni e materiali è stata individuata e distrutta, i caposaldi fortificati al confine con Israele sono andati perduti o demoliti, e per continuare a lanciare razzi su Israele la guerriglia effettua missioni rischiosissime, al limite del suicidio.
I capi di Hezbollah vogliono mostrare al mondo e ai loro fedeli di essere in grado di continuare a colpire il nemico, costi quel che costi. Per lo stesso motivo politico Hezbollah ha immolato decine di uomini nella difesa delle posizioni strategiche nel Libano meridionale: in teoria la guerriglia non deve mai accettare un combattimento prolungato contro un esercito regolare, men che meno nella difesa di posizioni statiche. Ma ancora una volta la scelta politica di presentarsi come i difensori del Libano dall’invasione israeliana, confermando il controllo su una regione del Paese che si considera propria, ha prevalso sulla ragion militare.
Va anche considerato che il peso maggiore delle operazioni israeliane resta affidato all’aeronautica, che effettua in media 300-350 sortite al giorno. Sul cui reale effetto i corrispondenti di guerra non possono dar conto. Lo stato maggiore, stretto tra l’esigenza di mantenere la segretezza sulle operazioni e quello di propagandare i successi ottenuti, rivela ben poco, e così sembra che i missili e le bombe israeliane colpiscano solo civili innocenti o i caschi blu. Ma non è così, e la campagna di interdizione ai confini con la Siria sta creando problemi agli uomini di Nasrallah.
Quanto alle operazioni terrestri, in realtà Tsahal non impiega più di una brigata nella fascia a ridosso del confine: forse 5.000 uomini. Poca cosa rispetto all’impegno di aeronautica e marina.


Inoltre, per ogni razzo hezbollah Israele spara 15-20 colpi e la precisione, e letalità delle armi israeliane è infinitamente superiore. Hezbollah potrà quindi lanciare proclami di vittoria, ma se continua a «vincere» in questo modo uscirà stremata dalla guerra di attrito, a meno che non intervenga un cessate il fuoco duraturo.

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