Stoccarda, che ha ospitato lultimo atto dellatletica mondiale, le finali delle World Athletics, ha regalato ai colori azzurri tre medaglie, una per tipo: la prima doro, la seconda dargento, la terza di bronzo. La manifestazione, inoltre, ha offerto ai nostri protagonisti un congruo assegno, a compenso della loro brillante prova. Per la vittoria Andrew Howe - della cui gagliarda impresa parleremo poi - si è intascato 30.000 dollari: Antonietta Di Martino, seconda alle spalle dellimbattibile Vladic, 20.000; infine 12.000 il premio per Clarissa Claretti, terza alle spalle della cubana Moreno e della croata Brkijacic con un lancio di 70,34 metri.
Al di là della soddisfazione personale dei nostri atleti, resta il fatto non trascurabile che latletica azzurra, piuttosto trascurata negli ultimi appuntamenti, ha salvato ancora la faccia, dimostrando che, almeno, non ci mancano i campioni. Howe possiamo dire che ha stracciato gli avversari distanziando lavversario più pericoloso di ben 19 centimetri: un balzo di 8,35 nel lungo per lui, contro gli 8,16 di Brian Johnson (secondo), dimostrando che al di là del campionissimo Saladino, assente per infortunio, non ci sono al mondo avversari per lui.
Antonietta di Martino si è difesa egregiamente, pur in condizioni non più brillanti data la stagione lunga e impegnativa sopportata (18 gare disputate, un terzo delle quali indoor); dimostrando di essere, tuttavia, la seconda saltatrice in alto al mondo, questa volta davanti alla Chicherova, con la quale aveva impattato ai mondiali di Osaka (a entrambe la medaglia dargento pari merito). Stavolta la russa ha mancato le prime battute e, pur saltando come la nostra Antonietta 1,97 metri, si è dovuta accontentare del terzo posto. A dominare la scena del salto in alto femminile la ormai solita Blanka Vladic, salita questanno a 2,07, ma ieri fermatasi a «soltanto» due metri.
Le altre italiane in gara si sono difese, raccogliendo pure piccoli gruzzoli di dollari: sesta Chiara Rosa nel peso, settima Elisa Cusma sugli 800 metri, come anche la Balassini nel martello.
A dominare la scena di Stoccarda i soliti due personaggi: lo scattista giamaicano Asafa Powell, ancora (9"83 sui 100, dominando gli avversari, fra i quali mancava il campione mondiale Tyson Gay).
Il secondo personaggio è Yelena Isimbayeva, la saltatrice con lasta vincitrice di metà premio della Golden League, mezzo milione di dollari, e ieri ancora prima, sia pure dopo spareggio con la polacca Pyrek: Yelena intascava così altri 30.000 dollari risultando così latleta che ha incassato più danaro in questa stagione - non straordinaria per risultati - fallendo almeno tre volte il suo record mondiale di 5,01 metri.
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