I figli illegittimi di Adolf Hitler, a quanto pare, sono argomenti ancora freschi. L'ultimo caso è di un cittadino francese, Jean Marie Loret, che ha sempre sostenuto di essere il figlio nascosto del Fuhrer, e ha sempre combattuto per far riconoscere ufficialmente le sue origini. Loret, morto nel 1985, avrebbe oggi 94 anni.
A sollevare la questione è un articolo del settimanale francese Le Point, sul quale compare il racconto dell'avvocato Francois Gibault, al quale Loret si era rivolto, per la prima volta, negli anni 70, intenzionato a rendere ufficiale le sue origini, un passo che il legale gli ha sempre sconsigliato di fare.
L'avvocato Gibault racconta che un giorno si è trovato davanti un uomo che gli disse: "Maestro, io sono il figlio di Hitler! Ditemi cosa devo fare". E Gibault non credette alle sue orecchie, perchè l'uomo che gli si era presentato era già adulto, parlava un francese perfetto, senza accento, e non credeva fosse un pazzo. L'uomo, Loret appunto, si mise così a raccontare la sua storia all'avvocato.
Raccontò che quando nel 1914 Hitler era impegnato vicino a Seboncourt, in Piccardia, nella battaglia contro le truppe francesi, conobbe una giovane cittadina di Lille, Charlotte Lobjoie, di appena 16 anni, che gli si avvicinò incuriosita dai disegni che stava facendo. La ragazza poi diventò la madre di Loret.
Nei ricordi di Charlotte, Hitler appare attento, premuroso e cordiale, anche amichevole. Charlotte raccontò al figlio che al padre piaceva portare la giovane fidanzatina a passeggiare in campagna, e di come Hitler si perdesse in discorsi che la ragazza non capiva bene, perchè lui le parlava in tedesco. Poi nacque un figlio. Un figlio che agli occhi della gente del paese appariva come "figlio di crucchi". La donna, continuamente calunniata, decise di dare in adozione il figlio, ma il padre biologico non ne voleva sapere di riconoscerlo e di vederlo. Poche settimane prima di morire, all'inizio degli anni Cinquanta, Charlotte confessò al figlio la vera identità del padre. Lo shock fu così terribile per Loret che per non cadere in ansia, lavorò senza sosta, senza mai staccare, senza prendersi vacanze.
Il tutto viene raccontato da Loret in un libro che pubblicò negli anni 80, che però passò inosservato. Libro in cui racconta anche di come cercò prove della parentela con Hitler.
E le trovò: alcune tele firmate da Hitler stesso, ritrovate nel granaio della casa materna, ma anche una serie di test medici che indicavano la somiglianza tra padre e figlio.Secondo il legale, Loret potrebbe rivendicare una parte dei diritti del Mein Kampf.
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