I Negrita volano al Motion Club Una storia targata Sud America

Gli aretini giunti al gran finale della tournée iniziata a marzo

I Negrita volano al Motion Club Una storia targata Sud America

Luca Testoni

Il 2006 è appena iniziato, ma per i Negrita, uno dei gruppi rock italiani più amati e famosi dell'ultimo decennio, è già tempo di commiati.
Con il concerto di stasera (ore 22, ingresso 18 euro), in programma al Motion Club di Zingonia, gli aretini, che hanno "rubato" il nome a una canzone dei Rolling Stones (Hey Negrita, da Black and Blue del 1976), mettono infatti la parola fine a una lunga stagione di concerti scattata la scorsa primavera, all'indomani dell'uscita del fortunato L'uomo sogna di volare.
Dopo il giro di palazzetti, le date estive all'aperto e le ultime esibizioni nei club più piccoli («in cerca di un'atmosfera più intima e, perché no, di un contatto più diretto con i fan»), è ormai tempo di guardare al futuro. Dunque, anche al nuovo disco. Che, statene certi, avrà come punto di partenza proprio l'album uscito poco meno di un anno fa e segnato a fuoco da un viaggio in Argentina, Uruguay e Brasile.
Un'avventura che li ha davvero «rivitalizzati». E li ha portati ad arricchire di sfumature etniche e latine un suono collaudato, da sempre in equilibrio tra rock'n'roll, blues e funk.
«È stata un'esperienza umana e musicale fortissima. Ed era inevitabile che da questo viaggio ci portassimo a casa la musica di quelle latitudini. E che "macchiassimo" il nostro rock. Senza per forza doverci snaturare», aveva dichiarato qualche tempo fa Pau, l'altissimo cantante, nonché principale autore dei testi. «In Sud America abbiamo riscoperto la strada, l'asfalto bagnato, che ti dà un prurito artistico diverso e ti fa ripensare alla musica come urgenza umana, non come business», aveva aggiunto.
Significativo, in questo senso, è stato l'incontro con Carlinhos Brown, personaggio tra i più carismatici e imprevedibili dalla scena musicale brasiliana odierna: «Ci ha spiegato subito come trattare i ragazzi della favela, non umiliandoli con l'elemosina, ma facendogli capire che si può vivere di musica e di sogni».
Anche nel locale bergamasco, Pau, Drigo (chitarra), Mac (chitarra), Franky (basso) e l'ultimo arrivato Cristiano Dalla Pellegrina (batteria) saranno accompagnati dal giovane percussionista brasiliano Itaiata José De Sa. Preparatevi a un paio d'ore di show piene di energia, colore e ritmo, durante le quali i Negrita passeranno in rassegna un repertorio ormai ultradecennale, scandito da hit quali Cambio, Mama Maé, Magnolia e il singolo sanremese Tonight («a un certo punto della nostra carriera ci siamo detti che era venuto il momento di portare la nostra musica nelle case di tutti gli italiani senza fare poi troppo gli schizzinosi», dichiararono all'epoca della partecipazione al Festival nel 2003) fino a Sale, Rotolando verso sud e L'uomo sogna di volare, i singoli più recenti.


L'ambizione, nemmeno troppo segreta, della compagine toscana? Quella di «essere ricordati come una band che sappia esprimere suoni e spirito rock prettamente italiani. Guardandoci bene dallo scimmiottare inglesi, americani o chicchessia».

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