Una delle città in cui il problema dell'inquinamento è più sentito è Milano. E a rischiare di più, come si è visto nel caso di Londra, sono i bambini. Secondo uno studio inglese, l'esposizione all'aria inquinata può ridurre del 14% la loro capacità polmonare. A Milano i dati sull'aria (pessima) respirata dai più piccoli sono sconcertanti. A fornirli è stata una campagna di monitoraggio condotta da gennaio 2018 a dicembre 2019 dal Dipartimento di scienze cliniche e di comunità della Statale che ha coinvolto 97 bambini, tra i 6 e i 10 anni, della primaria di via Gattamelata: soltanto nei circa tre minuti di percorso casa-scuola si concentra l'11 per cento della dose di black carbon respirato giornalmente. Si tratta di un mix di Pm2.5 e particolato ultrafine capace di raggiungere il sistema circolatorio e il cervello, e considerato dagli esperti un efficiente indicatore dell'inquinamento dell'aria in città e del suo impatto sulla salute. I risultati bocciano la città lombarda, che fa (molto) peggio delle altre metropoli internazionali come Seul e New York.
Il povero assessore alla Mobilità di Milano Marco Granelli recentemente si è appellato al buonsenso: «Abbassate i riscaldamenti, usate di più la bicicletta e gli autobus e i metrò ma non nella fascia oraria 8-9». Basterà? Certo che no. È vero che se le biciclette circolanti in Europa si quadruplicassero abbatteremmo di molto l'inquinamento di CO2. Come se Gran Bretagna e l'Irlanda smettessero di inquinare. Ma chi va in bici aumenta la respirazione fino a 34 volte in più di una persona a riposo che va in macchina. Non il massimo in una città piena di smog.
E in metropolitana? Secondo lo studio realizzato nel 2010 dall'Agenzia per l'ambiente della Lombardia per conto della procura di Milano l'aria che si respira nella metropolitana di Milano è carica di veleni: è fino a dieci volte più inquinata che all'esterno. È il paradosso di chi rinuncia ai mezzi propri pur di non inquinare, andando in bici o in metro, ma subisce il danno maggiore dall'inquinamento altrui.
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