Roma - Facce assonate e poche tende sulla piazza. Così appariva stamattina la protesta degli indignados a Roma. Dopo lo sgombero della polizia da via Nazionale, sede della Banca d'Italia, i contestatori si sono asserragliati davanti al Palazzo delle Esposizioni. Il tempo di ricaricare le batterie e dopo la colazione si ritorna alla vita da indignado. I ragazzi non ne vogliono sapere di lasciare la piazza e già che ci sono aspettano la grande manifestazione di sabato.
Intanto questo accampamento sui gradini del Palazzo ha costretto il direttore a chiudere la struttura fino a lunedì 16. Su un cartello affisso sull'ingresso si legge: "Il Palazzo delle Esposizioni rimarrà chiuso fino a domenica 16 per problemi di ordine pubblico". Gli indignati però rivendicano la loro natura pacifista e chiedono che il Palazzo, che ormai da 24 ore li ospita, riapra.
"Invitiamo il direttore del Palazzo delle Esposizioni a riaprire il museo. Non c’è alcun problema di ordine pubblico. Siamo solo dei pericolosi pacifisti: in mezzo a noi ci sono artisti, registi del Valle, gente comune. Il museo è un bene comune e deve rimanere aperto". Intanto nonostante la calma apparente comincia a crescere la tensione in vista della manifestazione di sabato.
"Per me, da liberale, la libertà di manifestazione e il free speech sono cose sacre, e quindi occorre garantire a tutti, anche a chi ha opinioni lontanissime dalle proprie, il diritto di esprimerle, di riunirsi, di manifestare. Detto questo -spiega Daniele Capezzone, portavoce del Pdl-, la sinistra politica farebbe bene a riflettere su quanto sta accadendo attorno ai cosiddetti indignati. Chiunque giri per Roma già avverte una tensione altissima, che, da qui alla manifestazione di sabato, potrà solo crescere. Ed è chiaro a tutti che vi sono soggetti e nuclei irresponsabili che soffiano sul fuoco e cercano un incidente. È interesse di tutte le persone ragionevoli, ovunque collocate, evitare che la giornata di sabato prenda una piega pericolosa". Capezzone prova a gettare acqua sul fuoco della protesta.
Ma in realtà la situazione potrebbe degenerare durante la manifestazione di sabato come sostiene Francesco Caruso, esponente del movimento no-global del sud Italia ed ex parlamentare di Rifondazione Comunista. "La manifestazione di sabato a Roma prefigura una deflagrazione sociale - spiega Caruso - e si configura come un momento di esplosione della rabbia ingovernabile che, in Italia, non trova canali di espressione in nessuna forma organizzata, nè interlocutori in partiti politici o sindacati che riescano a intercettare il disagio sociale dei precari, dei disoccupati e di quel 99% delle persone che paga il prezzo di questa crisi. Gli indignati italiani insomma non hanno come interfaccia nessun altro se non le forze dell’ordine, pronte a reprimere la protesta".
Intanto l'esempio degli indignati sta dando libero sfogo ad altre iniziative parallele nella capitale. Infatti decine di attivisti, tra cui studenti e membri dell’associazionismo, hanno occupato simbolicamente per una paio d’ore l’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico a Roma. Dopo l’arrivo delle forze dell’ordine i manifestanti si sono allontanati lasciando la struttura, della quale volevano fare "un punto di raccolta di coloro che avrebbero aderito alla manifestazione di sabato". Per oggi pomeriggio è prevista un’assemblea che deciderà come proseguire la protesta.
"L’idea - spiega uno dei ragazzi - è quella di mantenere il presidio fisso qui in via Nazionale, e parallelamente spostarsi verso luoghi simbolo della città che sceglieremo in assemblea, passando sui marciapiedi dove le forze dell’ordine non possono bloccarci". In serata e nella mattinata di domani alla protesta dovrebbero unirsi gli studenti universitari. Per la serata atteso Elio Germano che interverrà ad un happening sulle scale di Palazzo delle Esposizioni.
E adesso anche a Napoli si preparano per la grande manifestazione di sabato e lo fanno prendendo di mira il Maschio Angioino. Un gruppo di attivisti della Rete Reclaim - rete urbana contro la crisi - ha calato uno striscione dal torrione del monumento partenopeo con la scritta: "15 ottobre tutti a Roma", uno slogan per invitare tutti alla manifestazione degli indignati. E qualche ora fa sempre gli indignados napoletani hanno occupato con un blitz la sede dell'agenzia delle entrate del capoluogo campano. La guardia di finanza intervenuta rapidamente li ha fatti sgomberare provvedendo alla chiusura dell'edificio.
La tensione è anche arrivata nella laguna di Venezia, dove alcuni
indignados, soprattutto aderenti ai Centri sociali, hanno cercato di collocare alcuni striscioni in prossimità dell’entrata della sede della Banca d'Italia, ma sono stati tenuti a distanza da un cordone delle forze dell’ordine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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