Influenza, termometri negli aeroporti

È la proposta che l’assessore Bresciani farà al ministro "per individuare i potenziali malati". Contagiati finora 70 lombardi, 64 si trovavano all’estero. Colpiti i giovani, viaggiano di più

Le tanto desiderate vacanze studio in Inghilterra non sono apprezzate come gli altri anni, le sta guastando l'influenza suina. Un fuoriprogramma che comporterà la diffusione del virus A/H1N1 in tutta la Lombardia dove al momento si contano settanta casi, dei quali quattordici a Milano. L'ondata influenzale in arrivo non può essere evitata, lo sanno bene in Regione dove sono pronti al contrattacco. Non rinviando l'apertura delle scuole, ma a colpi di vaccino. Non appena questo sarà disponibile i primi cui verrà somministrato saranno, oltre gli operatori sanitari, i bambini e i ragazzi dai sei mesi ai diciotto anni. Perchè i giovanissimi, come è stato dimostrato dai casi sinora registrati, sono i più colpiti. Dei settanta lombardi sinora ammalatisi trentatré sono sotto i diciannove anni. Li seguono ventotto nostri corregionali dai venti ai trentanove anni. Dai quaranta anni in su il contagio sembra più difficile: si contano solo dieci casi. Le persone con più primavere alle spalle possono, quindi, tirare un sospiro di sollievo, la nuova influenza predilige i soggetti giovani. Una circostanza che li può rasserenare e che è dovuta anche al fatto che molti potrebbero essere immuni al nuovo virus come è stato reso noto ieri alla presentazione della controffensiva dell'assessorato regionale alla sanità. «Ci sono state due ondate influenzali, nel 1957 e nel 1997 - spiega Luigi Macchi, dirigente Unità organizzativa governo della prevenzione, tutela sanitaria, piano sicurezza- i cui virus hanno caratteristiche simili a quella attualmente in circolazione. Chi l'ha contratta allora dovrebbe essere immunizzato». Davvero una buona notizia perchè gli anziani, come stabilito dal governo, saranno gli ultimi a ricevere questo vaccino. Quello contro l'influenza invernale di provenienza australiana gli verrà, invece, somministrato puntualmente come tutti gli anni. «Abbiamo predisposto le necessarie misure d'allerta per non farci trovare impreparati di fronte a un'evoluzione dell'infezione, nell'attesa che sia pronto il vaccino - assicura l'assessore alla sanità Luciano Bresciani - Non ci sono al momento le premesse per adottare misure particolari ed eccezionali a tutela della salute pubblica. I dati escludono per quanto riguarda il nostro territorio, quella che l'Organizzazione mondiale della sanità definisce pandemia». In Lombardia siamo stati abbastanza fortunati: di 211 casi sospetti solo 70 sono stati confermati. Quasi tutti hanno contratto il virus all'estero, e precisamente negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Argentina, in Australia e in Messico. Solo sei sono stati contagiati senza varcare i confini, contraendo la malattia da chi è tornato da un viaggio.

E riguarda proprio i viaggi l'ultima iniziativa dell'assessore Bresciani. Proporrà al ministero della salute di utilizzare negli aeroporti lombardi gli strumenti per rilevare la temperatura corporea in modo da individuare i soggetti potenzialmente ammalati.

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