Adesso è guerra aperta. Perché a Umberto Bossi sembra non essere proprio andata giù la zampata di Roberto Maroni sulla leadership della Lega Nord. Come se niente fosse, come se Bobo non fosse stato eletto neo segretario federale del Carroccio dai delegati leghisti, il Senatùr torna a fare la voce grossa e a mettere le mani sul partito. "Non rispondo, ma il capo sono io - ha detto nettamente Bossi conversando in Transatlantico coi giornalisti - ci sono tanti cani piccoli che abbaiano molto ma non fanno paura".
Giusto ieri Maroni aveva spiegato, in una lunga intervista a Sette, che non accetta di essere un capo dimezzato, che i programmi e le alleanze devono passare sul suo tavolo e che vuole dai delegati lumbard pieni poteri. Insomma, ora che è stato eletto, l'ex ministro dell'Interno non intende affatto farsi da parte e lasciare al Senatùr il ruolo del Capo. Eppure la nuova "era" in via Bellerio tarda ad arrivare perché Bossi non intende affatto fare un passo indietro. Sebbene Maroni abbia fatto presente che la carica di presidente conferita a Bossi sia soltanto onorifica, il Senatùr avverte il neo segretario: "Il capo sono io". La solita sparata o una dichiarazione di guerra? Si vedrà. Per il momento, però, i due si studiano e prendono le distanze. In campo c'è molto: dalle future alleanze alla linea politica della Lega Nord. Ieri l'ex titolare del Viminale ha incontrato Silvio Berlusconi anche per mettere a punto le prossime mosse in vista dell'appuntamento elettorale del 2013. Anche su questo momento, però, Bossi cerca di avere l'ultima parola: "Un’alleanza con il Pdl in vista delle politiche? È troppo presto per parlarne". Sull'eventuale ritorno in scena di Berlusconi come candidato premier per il Pdl, invece, il Senatùr preferisce non sbilanciarsi: "Non ho capito se è tornato veramente in campo".
Il Senatùr non entra nel merito delle prossime politiche della Lega Nord. "Roma non mi piace", si è limitato a dire conversando con i cronisti alla Camera per spiegare il motivo della sua assenza dalla Capitale.
All’affermazione del Senatùr, tuttavia, ha subito replicato la deputata del Carroccio Paola Goisis sottolineando la necessità di stare nei Palazzi: "È qui che dobbiamo fare la guerra". Parole a cui subito ha controbattuto Bossi: "Io la guerra preferisco farla sulleAlpi".
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