Alfano vuole un Pdl unito: "Monti decida se dare l'Italia alla sinistra"

A Roma due incontri contrapposti. Alla rinione di "Italia Popolare" il pressing per il Monti bis. Ma Meloni e Crosetto sono contrari e chiedono diuscontinuità

Il segretario del Pdl Angelino Alfano
Il segretario del Pdl Angelino Alfano

Restare uniti. Questo è il messaggio che il segretario del Pdl Angelino Alfano continua a ripetere. "Sarebbe una follia dividersi e chi ha sperato e auspicato scissioni nel Pdl resterà davvero deluso", ha ribadito l'ex Guardasigilli cogliendo l'occasione, alla riunione di "Italia Popolare", per rilanciare l'ultimatum a Mario Monti sulla sua eventuale candidatura a premier per guidare un vasto schieramento di centrodestra che si ponga come un argine all'avanzata della sinistra. Prospettiva che, però, non trova il favore in tutto il partito. Alla manifestazione "Senza paura - le primarie delle idee" Giordia Meloni e Guido Crosetto hanno detto un secco "no" al Monti bis.

L'unità del partito

Al Teatro Olimpico di Roma la corrente di "Italia popolare" si schiera per Mario Monti. Numerose le voci che fanno il tifo per il Professore, anche se dentro al Pdl non mancano quelli che puntano a un rinnovamento e quindi alla discontinuità con il governo dei tecnici. Per Alfano, però, il punto più importante resta l'unità del partito ricordando che il Cavaliere ha lanciato la possibilità a Monti di riunire l’area dei riformatori e moderati in alternativa al rinnovato asse tra il Pd di Pier Luigi Bersani e il Sel di Nichi Vendola. "Quest’area può ancora vincere - ha chiarito il segretario del Pdl - ora sta a Monti scegliere se guidare quest’area dei moderati al successo oppure se riconsegnare il Paese alla sinistra e portare indietro l’Italia".

Il sostegno a Monti

Alla riunione il messaggio dei "montiani" è stato piuttosto chiaro. Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, è arrivato il momento di riunire l’area moderata sotto il segno del Monti bis: "Non è questa l’ora di esaminare ipotesi alternative". Proprio per questo Cicchitto guarda con favore anche all'impegno di Luca Cordero di Montezemolo. Senza rinnegare di aver appoggiato il governo tecnico per senso di responsabilità, "Italia Popolare" punta a partire da nuove basi che diano una grande spinta al centrodestra affidando ad Alfano il compito di guidare il Pdl per rimettere in moto la speranza dell’Italia. E, a detta dell'europarlamentare Mario Mauro, la figura di Monti è "un'opportunità che va colta" contro la sinistra. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni è convinto che il Professore sia disposto a guidare lo schieramento di centrodestra: "Sta riflettendo...".

Il fronte anti Monti

All'interno del Pdl, però, non tutti sono favorevoli al Monti bis. Mentre era in corso la riunione di "Italia Popolare", la Meloni e Crosetto hanno aperto la manifestazione "Senza paura - le primarie delle idee" per ribadire la necessità di discontinuità nei confronti del Professore. "Per noi Monti non è un orizzonte. E la candidatura di Silvio Berlusconi sarebbe un errore", ha detto l'ex ministro della Gioventù ricordando "quando, oltre un anno fa, Berlusconi scelse di passare il testimone a un segretario quarantenne". "Vogliamo delle risposte chiare perché abbiamo creduto e crediamo nel Pdl e vogliamo costruire la nostra idea di Italia e di società all’interno del Pdl, se ci offre la possibilità di farlo - ha minacciato la Meloni - altrimenti, dovremo ragionare di conseguenza". Al fianco dell’ex ministro c’era Crosetto, co-organizzatore dell’evento. Tra gli altri esponenti esponenti del Pdl presenti, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, Marco Taradash, Elisabetta Gardini, Fabio Rampelli, oltre ai molti militanti che gremiscono la sala dell’Auditorium Conciliazione.

I rapporti difficili con la Lega

Durante l'incontro al Teatro Olimpico non sono certo mancate le critiche al comportamento altalenante della Lega di Roberto Maroni. Il primo a criticarla è stato proprio Alfano ribadendo chiaramente che non sarà i lumbard a scegliere il candidato premier del Pdl. "La Lega - ha sottolineato - deve scegliere sa allearsi con noi oppure no". Ancora più duro il sindaco di Roma Gianni Alemanno che si è detto "stanco" dei continui insulti lanciati dai leghisti contro l'Italia.

"L’alleanza deve essere rivolta a chi è alternativo alla sinistra ideologica - ha chiarito il primo cittadino di Roma - dal mio punto di vista non ci può essere alcuno spazio per insulti al’Italia, alla sua unità e alla sua Capitale".

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