"Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia...". Minacce choc contro la Meloni

La campagna grillina a difesa del reddito di cittadinanza sfocia nell'odio sui social

"Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia...". Minacce choc contro la Meloni

"Ci vuole la morte di lei e sua figlia". Questo è forse il più innocuo dei tweet intimidatori che un utente di Twitter ha rivolto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Non sappiamo se l'uomo sia uno squilibrato oppure no, ma quel che è certo è che la causa scatenante è la riforma del reddito di cittadinanza voluta dal nuovo governo. "Attenta che ti arriva un coltello in pancia a te e tua figlia, tu togli il reddito e io uccido tua figlia SICURO", è la promessa dell'uomo. "Ricorda che mi costringi ad annientare la tua vita se tocchi il rdc ci sei? Non scherzo io mi faccio 40 di carcere almeno mangio, io ti sventro", si legge ancora in un altro tweet in cui l'uomo minaccia nuovamente la Meloni. "Veramente attenta, finiscila co sta cosa di togliere il reddito di cittadinanza senno ti ammazzo ma lo capisci? E non sarò da solo…", avverte l'utente di Twitter. "Quando poi vedi tua figlia in una pozza di sangue potrai piangere quanto vuoi", incalza l'uomo che insulta pesantemente la Meloni apostrofandola con parole del tipo "sporca putt...di m..." oppure "muori brutta tr... infame". L'uomo, probabilmente, è stato influenzato da una campagna di avvelenamento del clima politico sul tema del reddito di cittadinanza, portata avanti da Giuseppe Conte.

Il leader del M5S è tornato ad attaccare il premier anche oggi con un post su Facebook in cui criticava l'annunciata volontà del governo di modificare la Spazzacorrotti. "Uscire dal carcere e ottenere benefici penitenziari sarà ora più facile per chi viene condannato per i più gravi reati contro la Pubblica Amministrazione", ha scritto l'ex premier Conte. E ha aggiunto: "In un Paese in cui il 90% delle truffe sono collegate ad appalti, mazzette e responsabilità erariali e amministrative nella Pubblica amministrazione il centrodestra crea praterie di impunità e indossa i guanti bianchi con chi inquina le istituzioni, mentre attacca con ferocia i più deboli, le famiglie che non ce la fanno e il ceto medio". Cosa c'entra tutto questo col reddito di cittdinanza? Basta leggere la conclusione per capire che, per Conte, qualsiasi scusa è buona per difendere una norma che, a detta di una buona parte degli esperti non ha funzionato: "Questa è l'Italia alla rovescia della Meloni: via il Reddito di cittadinanza, sì all'introduzione della Corruzione ed evasione di cittadinanza".

"Vicinanza e solidarietà al premier Giorgia Meloni per le gravissime minacce di morte indirizzate via social a lei e alla sua famiglia da presunti percettori di reddito di cittadinanza. Questo episodio inqualificabile è il prodotto del clima di odio fomentato dalla narrazione falsa di chi sul disagio sociale cerca di lucrare facili consensi. Violenze e minacce non fermeranno una donna coraggiosa come lei, impegnata a risollevare l'Italia dopo anni di pessimi governi", ha dichiarato il sottosegretario all'Attuazione del programma di governo Giovanbattista Fazzolari.

"Un abbraccio a Giorgia Meloni e a sua figlia per le gravi minacce subite. Parole intrise di odio molto preoccupanti. Se qualcuno pensa di condizionare l'azione di questo governo con la violenza si sbaglia di grosso. Mi auguro una condanna trasversale verso l'accaduto", ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

"Apprendo con sconcerto delle gravissime minacce giunte via social contro il presidente Giorgia Meloni. Se c'è un limite oltre il quale nulla può essere più derubricato, oggi quel limite è stato ampiamente superato. Arrivare a intimare la morte e non escludere dalle minacce nemmeno le persone più care alla premier è agghiacciante.

Ed è il frutto di un clima di tensione e di odio che va subito stroncato. Mi auguro che questo episodio faccia riflettere tutti e venga condannato con determinazione senza alcun distinguo", ha dichiarato il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.

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