Sì, ma anche no. Sembra che vada in onda il remake di veltroniana memoria. Solo che al posto dell'ex sindaco di Roma c'è il barbuto ed enigmatico Antonio Ingroia. Dal Guatemala, lancia piccoli sassi nello stagno della politica salvo poi ritirare la mano e smentire tutto. Frasi pronunciate, rubate, rettificate. L'ipotesi che scenda in campo, candidato premier della Lista Arancione di Luigi de Magistris, è sempre presente.
Ma anche assente. Perché a leggere le dichiarazioni rilasciate dallo stesso procuratore aggiunto di Palermo prima al Mattino, poi al Fatto quotidiano, c'è tutto e il contrario di tutto. In un colloquio telefonico avvenuto questa mattina con un giornalista del Mattino, Ingroia ha lasciato più di una porta aperta. "Per ora, ringrazio e apprezzo le parole di de Magistris, con lui il contatto c'è sempre stato per antica amicizia. È una fase politicamente molto delicata e credo che l'impegno di de Magistris e di altri per aggregare pezzi della società civile per dare una iniezione di società alla vita politica sui temi della giustizia e dell'uguaglianza sia azione meritoria. Una cosa che già da magistrato ho auspicato a lungo. Poi i nomi di chi deve portare avanti queste cose sono per il momento secondari", si legge sul quotidiano napoletano.
Per de Magistris invece il nome è tutt'altro che secondario. E lo dice lui stesso, sempre al Mattino, spiegando che "sono in contatto con Ingroia, il nostro candidato potrebbe essere lui". Il diretto interessato invece si sbottona poco, ma quanto basta per non chiudere nessuno spiraglio: "Non si può dire che non è un no, non si può dire nulla. Io andrò li da osservatore, poi vediamo". Quel "lì" è l'assemblea del movimento Alba (fondato da Luciano Gallino, Marco Revelli e Paul Ginsbourg) e dell'appello Cambiare si può! a cui ha aderito gente come il magistrato Livio pepino, amico del pm siciliano, Moni Ovadia, Sabina Guzzanti, Gianni Rinaldini. Alla convention, che si terrà il primo dicembre al teatro Vittoria di Roma, ci sarà naturalmente anche il sindaco di Napoli. E non è escluso che in quell'occasione si possa consolidare l'alleanza tra i due e si possa fare più concreta l'ipotesi di una candidatura a premier per Ingroia.
Tuttavia, certezze non ce ne sono. Perché, sempre nella stessa giornata di oggi, il procuratore, questa volta al Fatto quotidiano, ha rettificato se stesso. "Candidarmi in politica? Non ci penso proprio: io non sono mai stato una toga rossa, come non diventerò una toga arancione, ma sempre una toga autonoma e indipendente", ha dichiarato, in un intervento pubblicato sul quotidiano di Padellaro, il giudice siciliano.
Che poi ha aggiunto: "Leggo sui giornali italiani di mie presunte e annunciate candidature politiche, ora mi si attribuiscono infondate aspirazioni a diventare addirittura premier. Su questo voglio esser chiaro, non mi interessa essere candidato, non mi interessa un seggio in Parlamento. Mi interessano i contenuti di certe battaglie, a partire da quella contro ogni forma di impunità di ogni parte del mondo e per l’affermazione del principio di eguaglianza di tutti di fronte alla legge. Il resto sono ricostruzioni giornalistiche, a volte un po' di colore, in questo caso "arancione"...". E se lo dice Ingroia non c'è da dubitare. Bisogna solo capire quale dei due Ingroia (o se volete dei due giornali) vada preso per buono.
E in serata il pm, ospite di Ballarò, ha confuso ancora di più a intorbidare le acque.
"Voglio far politica, nel senso nobile, come ho fatto anche in questi anni da magistrato partecipando a dibattiti su temi che a me stanno a cuore", ha dichiarato su RaiTre, aggiungendo che "non ho interesse a candidarmi, non ho bisogno di seggi parlamentari: un lavoro ce l'ho già".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.