Area C, il flop green di Beppe Sala: le auto non calano

L'aumento del ticket non ha ridotto in numero di auto nell'Area C, alla quale molti accedono prima che entrino in funzione i varchi. Critiche anche dalla sinistra green: "Rischiamo enorme autogol"

Area C, il flop green di Beppe Sala: le auto non calano
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La nuova Area C voluta a Milano dal sindaco Beppe Sala ha già ottenuto un primo risultato: quello di scontentare tutti. A lamentarsi del provvedimento, infatti, non sono stati solo i cittadini (infuriati per i rincari sui ticket di ingresso) e i commercianti (preoccupati per le possibili ripercussioni negative sul commercio) ma anche e persino gli ambientalisti della giunta di centrosinistra, secondo i quali occorre "cambiare rotta" vista l'assenza di significativi effetti green. Così, il primo cittadino della città ambrosiana si è ritrovato bacchettato pure dai suoi. Tre consiglieri hanno infatti presentato un ordine del giorno per caldeggiare una revisione delle politiche in materia.

A sollevare la questione sono stati in particolare il consigliere Enrico Fedrighini, che ha lasciato la Lista Sala per andare nel gruppo misto, e i colleghi Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde, e Rosario Pantaleo del Pd. Secondo questi ultimi, l'Area C non avrebbe centrato gli obiettivi per i quali era stata studiata: ridurre il flusso di auto private nella zona interessata e diminuire di conseguenza le emissioni di gas inquinanti. La contestazione sollevata, nello specifico, riguarda innanzittutto il fatto che l'aumento del ticket (da 5 a 7,50 euro) - in vigore dal 30 ottobre scorso - non avrebbe cambiato radicalmente il numero di accessi. "La tariffa di 7,50 euro non disincentiva l'uso dell'auto rispetto al trasporto pubblico, e una parte crescente di veicoli accede in Area C prima delle sette e mezza, quando entrano in funzione i varchi di controllo", ha affermato il consigliere Fedrighini.

Secondo quanto riporta Milano Today, a dicembre del 2023, il calo di auto in Area C è stato di meno del 2% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre a novembre (ultimo mese disponibile) l'indice di congestionamento era in aumento di circa l'1%, settimo mese su 11 con segno più. Peraltro, se calano gli accessi a telecamere attive ma aumentano le auto in circolazione, si deduce che gli automobilisti tendano a entrare prima che le telecamere si attivino, così da evitare il pagamento del ticket. E anche questo è un dettaglio che conferma le perplessità di molti sugli effetti di quegli aumenti tanto discussi, destinati a colpire soprattutto i lavoratori e i cittadini che si spostano quotidianamente per necessità.

"Avevamo detto che l'aumento di 2,50 euro non avrebbe funzionato come dissuasore ma solo fatto arrabbiare le persone. Ora, senza risultati, rischiamo che il tutto si trasformi in un enorme autogol", ha osservato il verde Monguzzi, bacchettando la linea intrapresa dal centrosinistra di cui egli stesso fa parte. Così, all'arrabbiatura dei cittadini si aggiunge l'insoddisfazione degli ambientalisti promotori dell'ordine del giorno.

Le auto che non pagano il ticket di Area C in quanto ibride (sotto i 100 g/km) o elettriche, infatti, sono arrivate a circa il 40% del totale ma per Fedrighini, Monguzzi e Pantaleo questa non è di per sé una notizia positiva. I tre, difatti, ricordano che l'obiettivo dell'Area C sarebbe stato quello di "decongestionare" il centro storico e non quello di rimpiazzare il traffico già esistente con ulteriori automobili a zero o basse emissioni.

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