Articolo 18, Bob Dylan "canta" la sconfitta di Susanna Camusso

Mentre il segretario della Cgil parla ai giornalisti le squilla il cellulare. La suoneria è "Blowing in the wind", la storica canzone di protesta di Bob Dylan

Articolo 18, Bob Dylan "canta" la sconfitta di Susanna Camusso

E' il momento più buio per Susanna Camusso. L'interminabile trattativa è giunta a un punto di svolta e il tabù è stato violato. Il governo tira dritto sull'articolo 18 e finisce l'era del diritto di veto della Cgil, almeno pare. Lei, il segretario (e) generale del sindacato, quella che dice sempre no e fa il muso duro, deve raccontare ai giornalisti - e a tutto il Paese - la sua sconfitta. Non perde i toni da barricadera e non ammaina la bandiera dello sciopero, ma la delusione è tangibile e la stanchezza visibile.

E' un momento importante e, per una variabile tragicomica del destino, la quasi Caporetto della Camusso ha un finale cinematografico. All'improvviso - mentre parla dallo stesso microfono da cui ha raccontato la sua vittoria la Fornero - qualcuno la chiama al telefono e partono le note di una canzone. Una canzone di protesta. Una canzone che suonava quando i sindacati erano quello che la Camusso vorrebbe che fossero oggi. E forse pure la società. Ma il mondo ha girato su stesso così tanto da far passare quasi cinquant'anni. Non tutti se ne sono accorti. Non è Fischia il vento ma Soffia nel vento, Blowing in the wind, di Bob Dylan. Siamo le suonerie che abbiamo. E questa le calza come un vestito sartoriale.

C'è la rabbia, la delusione e l'amarezza. Sono anni che quella canzone suona come un presagio nel telefono della "compagna" Camusso. Ma ora la politica ha cambiato musica. E lei si è pure dimenticata di mettere la vibrazione.

Twitter: fmdelvigo

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