Schumi, il prof. Beretta: "Lo attende comunque una strada in salita"

Il neurochirurgo: "Il cammino verso la ripresa non segue tracciati standard"

Schumi, il prof. Beretta: "Lo attende comunque una strada in salita"

«Ogni paziente ha una storia a sé: il cammino dal coma farmacologico al risveglio e al successivo, sperato, recupero non segue un tracciato standard. Tutto dipende dall'entità del danno cerebrale e dalla qualità delle cure, sia dai primissimi soccorsi, sia dall'assistenza in terapia intensiva, sia ora in fase di riabilitazione».
Il professore Luigi Beretta, direttore della Neurorianimazione dell'ospedale san Raffaele di Milano, vede una strada in salita e, come tantissimi altri, augura al grande campione un pieno recupero anche se delle sue reali condizioni si sa ben poco.

Sono passati sei mesi dall'incidente, un tempo davvero lungo.

«Con ogni probabilità sono stati sospesi i farmaci da mesi perché la sedazione è necessaria solo nella fase acuta. Una volta sospesi e stabilizzato il paziente, ci sono i tempi e le condizioni per verificarne lo stato reale. Gli scenari che si possono prospettare sono sostanzialmente due: il soggetto rimane incosciente perché la lesione è tale da non permettergli un recupero; viceversa riprende ad avere relazioni con l'ambiente perché riconosce chi gli sta accanto, è in grado di eseguire anche piccoli ordini».

Nel caso di Schumacher parlano di veglia.

«Il passaggio dal coma alla veglia non è chiaro. Il soggetto magari apre gli occhi e segue con lo sguardo l'ambiente circostante, ma questo non significa obbligatoriamente ripresa dell'attività cognitiva. Ci troviamo di fronte a situazioni confuse in cui momenti di veglia possono alternarsi a momenti di coscienza. La ripresa è lenta, ci sono comunque dei segnali premonitori che ci fanno ben sperare come, per esempio, la capacità di avere interazioni anche molto banali.

Si parla ora di riabilitazione; cosa è ragionevole aspettarsi?

«Dal momento in cui il paziente non ha più bisogno della terapia intensiva, deve essere supportato da vari specialisti che siano in grado di esaltare e amplificare i primi passi che ha dimostrato di saper fare. Un ruolo essenziale è svolto da chi si occupa di fisioterapia, logopedia, deglutizione, educazione motoria, tanto per fare qualche esempio

Tempi?

«Non ce ne sono di certi: tutto dipende dalla risposta del paziente».

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