Beppe Grillo è passato dal tonno al caviale

Sono contento per Beppe Grillo, il quale riesce a farsi pagare bene senza fare nulla di tangibile

Beppe Grillo è passato dal tonno al caviale
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Direttore Feltri,

ho letto sul Tempo che il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha rinnovato il contratto al fondatore del Movimento, Beppe Grillo. In pratica, il comico fornirebbe consulenza in materia di comunicazione al partito al modico compenso di 300mila euro. Non le sembra un po' troppo? Io ero rimasta alla scatoletta di tonno e al taglio degli stipendi di politici e affini.

Simona

Gentile Simona, sono contento per Beppe Grillo, il quale riesce a farsi pagare bene senza fare nulla di tangibile. Questo è un merito, quindi non me la sento di inveire né di rimproverarlo. Anzi, ne riconosco l'abilità, almeno quella di incassare. Ciò che invece mi genera qualche perplessità risiede altrove: in cosa diavolo consiste esattamente l'attività di consulente della comunicazione fornita dal comico al partito che per anni ci ha parlato di merito, di tagli ai super stipendi, di reddito universale (pochi spiccioli ma per ciascuno)? E pongo questo quesito senza malizia e senza sarcasmo, lo giuro. Conte ha spiegato ma non a sufficienza il ruolo di Grillo: questi aiuterà il movimento durante le campagne elettorali e darà anche suggerimenti nella comunicazione. Consiglio io qualcosa all'avvocato del popolo per le sue campagne elettorali, e lo faccio a titolo gratuito: qualsiasi monito Grillo vi consegni, evitate di seguirlo, per il vostro bene e per la vostra già precaria sopravvivenza politica. Certe uscite del padre dei grillini sono state altamente nocive.

Dobbiamo ammettere che Grillo ha avuto la straordinaria capacità, sfruttando un sentimento diffuso, ossia il malcontento, di fondare un movimento e di condurlo a varcare le soglie delle istituzioni, dove il M5s si è affermato in maniera indiscussa, sempre sotto la spinta di quella frustrazione popolare sapientemente sfruttata. Eppure il comico lì si è fermato e mai è andato oltre. Il suo movimento ha poi inanellato un insuccesso dopo l'altro, un flop dopo l'altro, uno scivolone dietro l'altro, che hanno lasciato delusi gli elettori, i quali erano stati milioni e milioni. Grillo ha contribuito enormemente alla deriva. Egli è stato tanto bravo a creare ma è stato ancora più bravo a distruggere quello che aveva edificato. Come comunicatore ha senza dubbio fallito, quindi non si capisce per quale ragione assumerlo in questa specifica veste. Io lo pagherei non per comunicare, bensì per stare zitto, possibilmente anche fermo, magari pure nascosto. L'emolumento di 300mila euro ha più il carattere della tangente, una tangente legale, perdonate la contraddizione in termini, ma sempre una sorta di pizzo versato dal partito a colui che lo ha ideato insieme a Gianroberto Casaleggio. Forse una forma anche di rispetto verso il comico, di riconoscenza.

La vicenda M5s non sia sottovalutata dagli altri partiti: dalle stelle si può arrivare rapidamente alle stalle quando l'elettore, pronto a entusiasmarsi davanti al nuovo e al promettente, percepisce l'ipocrisia dei personaggi nei quali ha riposto piena fiducia. Mettiamoci in testa che l'elettore è molto meno cretino di quanto lo si creda. È facile sbraitare dai palchi e raccogliere applausi.

Difficile è poi quando dalla teoria si deve passare alla pratica o dare

l'esempio o compiere quello su cui si è predicato a lungo. Allora è tutta un'altra storia, belli miei. Così a volte accade che la scatoletta di tonno non si apra e si dirotti sul caviale, al cui sapore è troppo agevole abituarsi.

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