Berlusconi torna a occuparsi di malagiustizia. Lo fa, riferendosi alla propria vicenda personale ma non solo, con un messaggio all'XI "Incontro internazionale di Giurisprudenza" organizzato dal presidente dell'Associazione interparlamentare di amicizia Italia-Brasile, senatore Domenico Scilipoti. "In questi giorni - scrive il Cavaliere - ricorre il ventesimo compleanno di Forza Italia e sono stati venti anni di guerra con una magistratura che da allora non ha mai smesso di coltivare il disegno di commissariare la volontà degli elettori. E per aver spezzato questo disegno io sono diventato il male assoluto, l'ostacolo da abbattere, il nemico da far scomparire dalla scena pubblica. In questi venti anni, ogni giorno, una certa magistratura politicizzata alleata con la sinistra ha cercato di distruggere l’unico ostacolo che si frapponeva tra loro e il potere, cioè Silvio Berlusconi e il suo partito: Forza Italia".
"Lo hanno fatto - prosegue l'ex presidente del Consiglio - cancellando ogni principio elementare di difesa che Voi, da giuristi, ben conoscete. Lo hanno fatto indagando i testimoni a mio favore, lo hanno fatto privandomi del mio giudice naturale. Quella sentenza - afferma - poi è stata utilizzata per privare gli italiani moderati del loro leader in Parlamento. E per votare la mia decadenza hanno ancora una volta calpestato ogni principio del diritto e della sua civiltà millenaria, applicando retroattivamente la legge, contro la Costituzione, contro la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, ma soprattutto contro una regola antica come l’uomo, fondamento stesso del diritto romano e del vivere civile. Quando tutto ciò è accaduto hanno esultato: finalmente, hanno pensato, dopo venti anni, ce l’abbiamo fatta: ci siamo liberati di Silvio Berlusconi. Ora possiamo vincere davvero, possiamo conquistare il potere definitivamente. Ma si sbagliano. Io - avverte Berlusconi - sono qui e resto qui, sentendo su di me chiara e forte tutta la responsabilità che mi viene dalla fiducia e dal voto dei cittadini. Resto in campo, più convinto che mai di dover combattere fino alla fine per veder prevalere quello in cui credo profondamente".
"Anche coloro che fino ad oggi disgustati, delusi, impauriti, si sono tenuti lontani dalla politica, oggi hanno il dovere di dare il proprio contributo per difendere la nostra libertà che è a rischio. Pochi mesi fa ho chiesto a tutti i moderati di scendere in campo con me. Di fronte a voi - insiste il Cavaliere - lo chiedo con ancor più vigore e convinzione perché voi siete uomini di diritto e avete chiaro quel che è successo e sta succedendo nel nostro Paese.
Vi chiedo di condividere con noi questa battaglia di libertà e vi garantisco che per questa battaglia io ci sarò sempre fino a quando, come è accaduto fin qui nella mia vita, non avrò vinto anche questa sfida, perché la difesa della libertà è la missione più alta e più nobile che ci sia".
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