Bersani: "In caso di pareggio si torna a votare"

Bersani alza la voce: "Se si vuole trovare un accordo sulla legge elettorale noi ci siamo. Ma non accettiamo di mettere l’Italia all’avventura togliendole ogni possibile governabilità"

Bersani: "In caso di pareggio si torna a votare"

Una dura battaglia è in corso per la nuova legge elettortale. Bersani prova a uscire dall'angolo andando all'attacco: "Siamo al lupo e l’agnello in salsa elettorale. Veniamo accusati di arroganza da coloro che hanno pensato di procedere a colpi di mano parlamentari sulla legge elettorale. Se si vuole trovare un accordo noi ci siamo. Quello che non accettiamo è di mettere l’Italia all’avventura togliendole ogni possibile governabilità, magari da parte di quelle stesse forze che ci consegnarono il Porcellum. Chi, a questo proposito, ci descrive come una forza isolata, mostra di non comprendere la pubblica opinione".

Ma tradotto dal politichese cosa vuol dire il segretario del Pd? Fondamentalmente una cosa: che è disposto a trattare per una legge elettorale che mandi in soffitta il parlamento dei nominati figlio del Porcellum. Ma a una condizione: che dopo le elezioni esca un vincitore e non ci sia, quindi, il rischio - anzi la certezza - di un Paese ingovernabile e quindi costretto a dover fare ricorso al governo dei tecnici con una maggioranza allargata.

Poi Bersani dalle colonne della Stampa lancia un avvertimento: "A quelli che lavorano per produrre un pareggio dico: badate bene che in quel caso si rivota, altro che Monti bis. In caso di pareggio si torna a votare e lo dico sulla base di un ragionamento non solo politico ma anche squisitamente matematico. Forse pensano che tra sei mesi" quando a Montecitorio "ci saranno cento e passa deputati di Grillo si potrebbe replicare la maggioranza che c’è ora? Non esiste".

Intanto Matteo Renzi, abilmente, si fa da parte per evitare di finire stritolato dalle polemiche: "Su Bersani e Casini non apro bocca nemmeno dietro pagamento, lascio volentieri a loro le discussioni che trovano eccitanti".

Sulla legge elettorale interviene anche Angelino Alfano. I mal di pancia del Pd sulla modifica della legge elettorale sono "un modo indiretto di tenersi il Porcellum", dice il segretario del Pdl a "In mezz’ora" su Rai Tre.

"Per noi - spiega - l’accordo è vicino ma Bersani e Vendola non possono pensare che prendono il 35% e poi possono arrivare al 55%. Bisogna avere un premio ragionevole. Per noi la sera dello spoglio si deve sapere chi ha vinto ed i cittadini devono scegliersi il proprio deputato e senatore".

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