Bersani fa le ripicche a Di Pietro e Fiom: "Non vi invito alla mia festa"

Dopo mesi di colpi bassi la vendetta dei compagni: niente Festa del Pd per Di Pietro e Fiom. Sgambetti per Renzi e Bindi...

Proprio come tra i banchi delle elementari. Il bambino che piccato fa la ripicca all'ex amico caduto in disgrazia: "Non ti invito alla mia festa". E giù bisticci, musi lunghi e prime delusioni. Così tra le file dei democratici. Dopo mesi di tira e molla, veleni incrociati e colpi bassi, il segretario Pier Luigi Bersani mette alla porta il leader dell'Idv Antonio Di Pietro e gli ex fratelli della Fiom: banditi dalla festona di fine estate del Pd - la vecchia "Festa dell'Unità", per intenderci. Insomma, niente baldoria per l'ex pm di Mani Pulite e per il braccio armato della Cgil.

La Festa Democratica, kermesse nazionale del Pd ospitata quest’anno a Reggio Emilia dal 25 agosto al 9 settembre, si annuncia come la "festa della svolta" nelle alleanze del partito: se da una parte non è stato invitato Di Pietro, dall'altra il piddì accolgono a braccia aperte il leader del Sel Nichi Vendola e il centrista Pier Ferdinando Casini, con cui i vertici di via del Nazareno sta costruendo un percorso di accordo. Non solo. A Reggio sarà presente anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris con cui i democrat stanno avviando una collaborazione legata alla futura lista civica "arancione" che nascerà proprio il prossimo autunno. E ancora: la festa sarà anche passerella per una buona parte del governo Monti. Dalla titolare del Viminale Anna Maria Cancellieri al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, da Filippo Patroni Griffi (Funzione Pubblica) a Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale). La lista è davvero lunga. E, in mezzo a tante presenze, fanno scalpore alcune assenze pesanti. In primis quella di Di Pietro. "Non ci sono in questo momento le condizioni per un invito di Di Pietro alla festa nazionale - spiega il responsabile delle feste Pd Lino Paganelli - ma non c’è preclusione per l’Idv in quanto abbiamo chiamato un loro importante rappresentante nazionale, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris". Peccato che proprio il primo cittadino di Napoli si sta progressivamente allontanando dall’Idv ed è diventato il regista della lista dei sindaci a sostegno del centrosinistra. L’esclusione di Di Pietro appare ancora più definitiva se si pensa che a Reggio Emilia è stata lasciata aperta la porta persino ai grillini: sarà, infatti, presente il sindaco Cinque Stelle di Parma Pizzarotti.

L'ex pm di Mani Pulite non è certo il solo a essere stato lasciato fuori dalla porta. Anche la Fiom di Maurizio Landini non è stata invitata. "Ma abbiamo come sempre invitato i massimi rappresentanti di più di dieci milioni di lavoratori - ribatte Paganelli - ovvero i segretari Cgil, Cisl e Uil Camusso, Bonanni e Angeletti". Tra i personaggi "scomodi" ci sarà invece il sindaco di Firenze Matteo Renzi che presenterà il suo libro anche se, a pochi chilometri di distanza, il Pd di Bologna non lo ha inserito tra gli invitati alla festa cittadina. "Con tutto il rispetto non vedo lo spazio dove avremmo potuto coinvolgere Renzi...", prova a tagliare corto il segretario cittadino del Pd Marco Macciantelli. Il portavoce di Renzi replica: "Se ci avessero invitato saremmo andati volentieri. È davvero un peccato e avevamo espressamente dato la disponibilità a prendervi parte. Non vogliamo creare difficoltà a nessuno, nè fare polemiche, ma andremo comunque a Bologna a fare un’iniziativa pubblica in quei giorni". "A noi tale disponibilità non è pervenuta - replica Macciantelli - mi dispiace perchè, se fosse pervenuta, sarebbe stata un’occasione per coinvolgere Renzi. Saremo felici di accoglierlo, se vorrà, e di concordare con lui una data".

E non finisce qui. Perché più che una festa quella del Pd sembra la notte dei lunghi coltelli. Ce n'è per tutti. Anche per la presidente Rosy Bindi: il suo "no" alle unioni civili non è andato proprio giù a Bersani che starebbe preparando un tiro mancino al presidente del partito.

Il leader piddì avrebbe spedito la Bindi a chiudere la kermesse di Bologna dove risiede la comunità omosessuale più forte d'Italia, quella più delusa dalle scelte del partito. Manifestazioni e contestazioni contro di lei sono già nell'aria.

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