Come la fa rischia di sbagliare, stretto com'è tra un fronte e l'altro. Da una parte i vecchi sodali della foto di Vasto, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, e dall'altra l'appoggio al governo Monti e il dialogo costruttivo con il Pdl e il Terzo Polo per fare le riforme strutturali caldeggiate dal premier Mario Monti. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani inizia a guardare con preoccupazione alle elezioni del 2013. C'è nervosismo nell'aria. E le figuracce incassate nei mesi scorse alle primarie di Palermo e Genova non fanno che surriscaldare il clima.
Il fatto è che in via del Nazareno non sono più pochi quelli che chiedono di stracciare l'alleanza con l'Idv e il Sel per abbracciare i moderati, come non so più pochi quelli che mettono in discussione la leadership di Bersani. Insomma, il leader piddì deve fare una scelta di campo. E la deve fare una volta per tutte. Per il momento tentenna e, in una intervista alla Repubblica, prova a rilanciare l'idea di un Monti bis. Finita l’emergenza che ha portato il Professore a Palazzo Chigi, Bersani è convinto che la politica deve fare ritorno a "una democrazia riformata" che "funziona con due polmoni, secondo le regole dell’alternanza". Quello che interessa a Bersani è che in parlamenti si determini una maggioranza politica: "Il tasso tecnico dei governi non è la questione principale. Prodi era un politico o un tecnico?". Il segretario del Pd torna anche sul capitolo alleanze. In particolar modo sulla sbiadita foto di Vasto che lo ritrae assieme ai leader di Idv e Sel. "Tutti parlano di quella foto, ma nessuno ricorda più il sonoro di quell’assemblea - puntualizza Bersani - già allora noi dicemmo che la prospettiva è quella di un’alleanza di governo tra forze progressiste e moderate".
Di mettere in piedi un'alleanza coi moderati, però, ai dipietristi non interessa più di tanto. Felice Belisario, capogruppo Idv a Palazzo Madama, ha subito stoppato il tentativo di Bersani: "Se Berlusconi e Bersani arrivano alla stessa conclusione sull’eventuale Monti bis c’è da restare abbastanza perplessi". Per le elezioni del 2013 i dipietristi puntano, infatti, ad avere un "bipolarismo serio, non muscolare, costruttivo, in cui non si creano inutili ammucchiate". Ma questa linea sembra non convincere più il segretario dei Democratici seriamente preoccupato di non uscire incolume dalle prossime elezioni politiche: già alle amministrative di maggio il Pd è riuscito a far correre pochi candidati ed eventuali primarie di coalizione potrebbero sancire la sua rovina definitiva.
Già nei giorni scorsi, in una intervista al Corriere della Sera, Massimo D'Alema aveva seppellito il bipolarismo coatto invitando i partiti a "chiedere il voto per sé" e cercando, solo dopo le elezioni, le alleanze necessarie a governare. Sembrerebbe, insomma, che il Pd non abbia tanto voglia di metterci la faccia. O meglio: sembrerebbe aver paura che a mettercela la offrirebbe ben bene alle sberle degli elettori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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