BolognaNella rete ci sono finiti anche loro. Con l'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Defranceschi nel suo ruolo di capogruppo in Regione, anche i grillini entrano nell'inchiesta della Procura di Bologna sui fondi utilizzati dai consiglieri avviata un anno fa. Con lui ci sono finiti tutti i presidenti dei gruppi assembleari. Accuse di peculato per tutti i capigruppo, dal Pd alla Lega Nord, passando per Pdl, Italia dei Valori e Movimento Cinque stelle.
L'inchiesta delle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi non ha dunque risparmiato nessuno. E il blitz della Guardia di Finanza di ieri, a un anno dalle prime perquisizioni nel palazzo della Regione, non ha fatto altro che confermare come l'inchiesta stia procedendo in maniera capillare. Sotto accusa le spese del budget che i gruppi consiliari hanno a disposizione.
I capigruppo sono stati iscritti nel registro degli indagati perché sono loro a firmare i rendiconti delle spese. I nove finanzieri si sono presentati alle dieci per uscire nel pomeriggio. L'obiettivo del blitz era quello di ascoltare il personale dei gruppi e chiedere approfondimenti sul materiale già acquisito. La Gdf di Bologna aveva portato via dalle torri di Kenzo decine e decine di faldoni.
Nel corso di questo anno l'attività della Procura si è concentrata sull'analisi della vastissima documentazione acquisita per cercare di chiarire come sono stati spesi i cospicui fondi che i partiti hanno a disposizione dall'ente guidato da Vasco Errani: consulenze alle stesse persone, collaborazioni fittizie e acquisti nel corso dell'attuale legislatura. Oppure telefoni cellulari per il gruppo e computer il cui uso secondo i pm sarebbe dubbio. Ma anche convegni fantasma e cene dal conto astronomico nei ristoranti.
Un'inchiesta difficile che deve tenere conto dell'ingente dotazione di fondi a disposizione di ogni gruppo.
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