Cara Giulia, suo padre marò non è roba da Grande Fratello

La figlia del fuciliere Latorre prigioniero in India voleva partecipare al Gf. Ma il dramma del genitore è agli antipodi di uno show in tv

Cara Giulia, suo padre marò non è roba da Grande Fratello

Cara Giulia, come spiegarle. Certo a vent'anni anche lei è una delle tante Giulie italiane che sognano di costruirsi il domani facendo televisione, come primo mattone un prestigioso soggiorno nella casa del Grande Fratello. Non ha proprio niente di scabroso e di eretico, questo suo sogno. Però c'è un problema: lei non è una Giulia qualsiasi. Suo malgrado, non lo è più. Purtroppo la storia ha voluto che lei ormai sia nota nel suo Paese come figlia del marò Latorre, da due anni tenuto prigioniero e preso per il naso da una giustizia se possibile più inverosimile della nostra.

È questo il punto di partenza, tremendamente serio e angosciante. Agli indiani prudono le mani, fino all'altro giorno consideravano suo padre e il collega due terroristi. Pensavano alla pena di morte. E non è detto che abbiano cambiato idea. Giocano al gioco delle tre carte, convocano e rinviano, minacciano e ritrattano, tenendo l'Italia e i suoi soldati in una umiliante soggezione, senza che nessuno ancora riesca a intravedere la via d'uscita.

Non c'è bisogno di spiegarlo proprio a voi delle famiglie: è una storia bruttissima. Che lei, in questo clima, avverta l'esclusione dal Grande Fratello come una batosta personale, tanto da rivolgere un appello all'Ansa (lancio delle 13,25) per essere accontentata, «fatemi entrare nella Casa, lo sogno da tanto tempo», ecco, è una faccenda quanto meno imbarazzante. Diciamo pure che stride e inquieta. Difatti, come ha subito verificato di persona, su Internet l'hanno subissata in tempo reale. Né di complimenti, né di pacche sulle spalle. Tardiva e vagamente studiata è così apparsa anche la sua spiegazione via Facebook, senza risparmio di rabbia e di insulti: siete delle m…, non avete capito niente, volevo andare lì per tenere alta l'attenzione su mio padre, che schifo mi fate… (Ansa delle 19,03).

Come vede, è già finita male. Nel modo peggiore. In rissa. Ma non poteva che essere questo, l'impatto. L'impatto di che, chiede lei? Ma della sua idea, ovviamente. Niente di tremendo, c'è di peggio del Grande Fratello. Il Grande Fratello non c'entra, il Grande Fratello non ha nulla di satanico in sé: è televisione come tanta altra roba, ciascuna nel suo genere, ciascuna concepita per un certo gusto. Dunque non si tratta di essere bacchettoni e moralisti. Semplicemente, è la solita, ricorrente, sottile - ma fondamentale - questione di opportunità. Si è mai sentita dire Giulia non è il caso? È un'espressione niente di che, molto quotidiana. Non è il caso: dice poco, ma dice tutto. Ci sono cose che in sé non hanno niente di vergognoso, tanto meno di immorale e di criminoso, ma che in certi momenti e in certe situazioni è meglio evitare. Perché le conseguenze possono diventare molto peggio delle intenzioni.

Ha detto bene lei: mio padre vuole che io continui a inseguire i miei sogni, a fare la mia vita. Però ha specificato ancora lei che il papà non sarebbe entusiasta di avere una figlia al Grande Fratello. Si è chiesta perché? La risposta è banalissima: anche a suo padre non sembra il caso. Lui crede nello Stato, fa un lavoro estremo, svolge missioni pericolose obbedendo ai propri ideali: non gli sembra il caso, proprio non sarebbe felice, di vedere sua figlia nel regno della leggerezza, della superficialità, della finzione. Combinazione, si è detto molto più orgoglioso quando lei ha espresso l'altro sogno di diventare a sua volta marò. E inevitabilmente pensa queste cose soprattutto adesso, che si sta sciroppando sulla propria pelle un rischioso intrigo internazionale. Allora, cara ragazza, scusi tanto se una buona parte del Paese, di questo Paese che nonostante tutto avverte sempre un'umanissima solidarietà con i propri soldati, la pensa esattamente come lui. Ci sono momenti della vita in cui servono misura e dignità. Non è buttandosi nel girotondo di nani e ballerine che si può amare di più un padre prigioniero.

Cara Giulia, esca da questo blog - come direbbe Renzi - e si rimetta tranquilla. Gli autori del programma l'hanno lasciata fuori per evitare accuse di speculazione: se possibile, eviti anche lei qualunque sospetto e qualunque insinuazione. L'Italia, a modo suo, sta cercando di fare qualcosa per i marò.

Faccia la sua parte, evitando di imbastire un dramma per l'esclusione dal Grande Fratello. E comunque accetti quello che viene detto a milioni di altre figlie italiane: esistono tanti mestieri degni anche fuori dalla televisione.

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