Direttore Feltri,
la sinistra accusa la destra di applicare la censura, la destra accusa la sinistra di essere lei ad applicarla.
Dove sta la verità?
Carlo Tramontana
Caro Carlo,
si dice che la verità stia nel mezzo, qualcuno è addirittura convinto di averla in tasca, io invece non posso fare a meno, per curiosità, di ricercarla, da sempre, accorgendomi spesso di avere sbagliato quando ero pur certo di averla trovata, afferrata, di tenerla ormai in pugno. Quindi mi poni un quesito complicato. Ma bando alle ciance. Sarò concreto e diretto. Voglio compiere insieme a te alcune riflessioni.
Parlare di censura puntando il dito contro il governo, il quale controllerebbe la tv pubblica impedendo a taluni di leggere i propri monologhi «antifascisti», è una maniera della sinistra per avvalorare una infondata accusa di fascismo nei riguardi del centro-destra, ossia di una maggioranza solida e compatta a cui gli italiani seguitano a confermare la propria fiducia. I partiti attualmente alla guida del Paese non si sono imposti con la forza, non hanno truccato le elezioni, non hanno fatto ricorso a metodi violenti per costringere gli italiani a votarli, non hanno ucciso gli avversari politici per fare fuori i concorrenti, quindi dobbiamo chiederci non dove stia la verità ma dove diavolo stia il fascismo. Tu lo vedi? Ne scorgi i segnali?
Per quanto riguarda una presunta censura cui farebbe ricorso la destra, io ritengo che essa sia uno degli strumenti prediletti della sinistra. I progressisti rifiutano il confronto e sono soliti silenziare chiunque non sia portatore del loro medesimo pensiero. Impedire ad una persona di esprimersi, di dire la propria, non è solo un modo di calpestare un diritto costituzionale, la sacra libertà di espressione, ma rappresenta altresì una gravissima forma di violenza. Sì, trattasi di un atto di sopraffazione, il quale, per di più, danneggia enormemente chiunque lo subisca. Umilia. Castiga. Mortifica. Ferisce. Non devo fare grossi sforzi di memoria andando molto indietro nel tempo per ricordare l'ultima occasione in cui i sedicenti democratici, pacifisti, inclusivisti, globalisti del «volemose tutti bene ma odiamo chi non si adegua alle nostre idee», hanno fatto divieto ad un essere umano di esercitare la sua propria libertà di parola.
Fammi pensare un attimo. Ah, ecco, è successo ieri. E per «ieri» intendo il giorno di giovedì 9 maggio, dato che sto rispondendo alla tua lettera venerdì 10. Giovedì 9 maggio quando, in apertura del suo intervento agli Stati Generali della Natalità, in corso a Roma, la ministra della Famiglia
Eugenia Roccella è stata contestata con fischi e urla e insulti da parte delle cosiddette transfemministe al punto che ella non ha potuto fiatare e ha dovuto abbandonare la sala. Roccella neppure ha potuto rispondere a quelli che giustamente ha definito «contestatori-censori», avviando con questi un dialogo. Contestare è democrazia. Soffocare la parola, ovvero censurare, è fascismo.
Quindi, caro Carlo, dimmi, dove sta davvero la censura?
Lì troverai pure il fascismo. Quello vero. Quello dei predicatori politicamente corretti e moralmente corrotti.
La verità è questa.
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