"Chi siamo?". Il Pd senza identità si affida a un sondaggio

Il Partito democratico si appella alla sua base per definire identità e profilo. Ma il questionario a risposta multipla confonde ancora di più gli elettori dem

"Chi siamo?". Il Pd senza identità si affida a un sondaggio

Tasse, cannabis, energia, immigrazione. C'è di tutto e di più nel questionario che il Partito democratico ha sottoposto alla sua base nell'ambito del Congresso chiamato a eleggere il nuovo segretario. Si tratta del "documento Bussola" che ha come obiettivo quello di definire l'identità e il profilo del nuovo Pd. I dem hanno deciso di chiamare in causa la propria base, ma ha finito per confonderla ancora di più. Un caos di temi e proposte che è perfettamente coerente con il momento di assoluta confusione che regna al Nazareno.

Di recente è partita la consultazione pubblica rivolta a tutti i partecipanti sulla base di un documento che dovrebbe facilitare la discussione. La Bussola (clicca qui per leggere) sarà il mezzo attraverso cui tenere in considerazione gli esiti dei dibattiti e le idee per la fase costituente del nuovo Partito democratico. Sarà compilabile fino al 3 gennaio 2023; la sintesi dei risultati sarà poi trasmessa al Comitato Costituente. Ah, nota a margine: la redazione della Bussola, tra i diversi contributi, ha visto anche quello della Friedrich Ebert Stiftung (fondazione tedesca vicina alla Spd, Partito socialdemocratico di Germania).

Cos'è il Pd?

La prima sezione riguarda il "perché", ovvero la missione principale del Pd. Si chiede di indicare fino a tre priorità sul suo senso profondo, dai diritti civili al rafforzamento del processo di integrazione europea passando per la transizione ecologica. Poi bisogna esprimersi fino a un massimo di cinque priorità. Le opzioni? Un minestrone: difesa dei diritti Lgbt, lotta al cambiamento climatico, accoglienza dei migranti.

Successivamente arriva la parte delle decisioni pratiche, quelle politiche. Quale dovrebbe essere l'orientamento? "Cercare di governare per realizzare il cambiamento che propone, anche se questo significa rinunciare ad alcuni punti identitari per realizzarne altri" oppure "essere fedele alla propria identità, anche se questo significa avere minori opportunità di governare". Una domanda necessaria vista la trazione ipergovernista degli ultimi anni.

Si chiede poi di indicare quali sono stati i problemi principali del Partito democratico negli ultimi anni. Si può scegliere tra linea politica poco chiara, leader deboli e poco carismatici, l'aver preso parte ai diversi governi di unità, una comunicazione poco efficace, l'essersi allontanato dai ceti popolari. E tanto altro. C'è un particolare: si possono fare massimo tre scelte. Peccato, altrimenti sarebbero da barrare tutte le caselle.

Come agire?

La seconda sezione è incentrata sul modo in cui i dem dovrebbero perseguire la propria missione. Anche qui una sfilza di interrogativi: l'ingrediente determinante per il successo (leader, classe dirigente, proposte, valori), il modello di leadership, il rapporto con i diversi punti di vista all'interno, le forme di finanziamento, le caratteristiche del dirigente, i canali per la partecipazione.

Cosa devono fare i dem?

La terza e ultima sezione riguarda il contenuto specifico dell'offerta politica che dovrebbe connotare il nuovo Pd. Verso la fine arriva la domanda delle domande: il Partito democratico quali proposte deve "assolutamente" portare avanti nei prossimi anni? Ci sono 30 opzioni a disposizione, ma se ne possono scegliere da 3 a 5. E vai ancora con il minestrone: Ius soli, salario minimo, taglio delle tasse, legalizzazione dell'autoproduzione di cannabis per uso personale, riduzione dell'orario di lavoro. Solo per citarne alcuni.

La confusione non è altro che una logica conseguenza.

A conclusione ci sono le domande a risposta aperta, dalla legge elettorale alle riforme necessarie per il Paese passando per il ruolo dell'Italia agli strumenti per contrastare le disuguaglianze. L'intento del documento è quello di stimolare il dibattito, ma rappresenta l'ennesima conferma che siamo di fronte a un partito in forte crisi d'identità che manda ulteriormente in confusione il proprio elettorato.

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