"In Italia bisogna aprire una seria riflessione sul ruolo dell'ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli Ogm". A dirlo è il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il ministro sottolinea come in sede europea ci sia stata nell'ultimo periodo una spaccatura del fronte tradizionalmente contro agli organismi geneticamente modificati, che ha visto l'Italia (e la Spagna e la Svezia e l'Ungheria) accogliere l'idea che l'Ue possa concedere le autorizzazioni in merito, anche se il potere di vietarle rimarrà ai singoli stati.
Quella per gli Ogm, dice Clini, in Italia è una paura bipartisan. Si teme "che venga alterata la tipicità dei prodotti agricoli". Un dubbio che però liquida in fretta, facendo notare come proprio dall'ingegneria genetica vengano prodotti come "il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D'Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco".
Serve attenzione dunque, ma anche apertura ai "molti benefici" che possono venire dagli Ogm e dalla ricerca, per non parlare di "un'altra area molto interessante per l'applicazione degli Ogm: le coltivazioni di specie con alto potere energetico: biocarburanti di seconda generazione e la filiera chimica verde".
La discussione a Bruxelles è rimandata al prossimo giugno ma, conclude Clini, "la direzione di lasciare lavorare l'Ue sull'ingegneria genetica anche nel settore degli Ogm non verrà abbandonata".
Le reazioni alle parole del ministro non si fanno attendere e arrivano dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori), che critica la posizione di Clini, pur condividendo "alcune delle tesi esposte", ma auspica che in Italia si resti a un'agricoltura "priva di biotech". Dubbi anche da Legambiente, che parla di "un'apertura preoccupante in sede europea".
Dubbi anche tra i colleghi tecnici.
Il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania denuncia una pericolosa confusione fatta da Clini tra i metodi di selezione adottati finora e gli ogm in senso stretto, pur convenendo sul fatto che "la ricerca non va fermata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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