Visto da fuori, il rimpallo dei reclami assomiglia al gioco dello scaricabarile. Ma il momento non è quello adatto a tale pratica: di mezzo, infatti, ci sono i cittadini alluvionati. In Emilia Romagna è scoppiato il caso delle lacune presenti nell'elenco dei Comuni che possono chiedere risarcimenti e aiuti dopo il cataclisma. Nella lista contenuta nel decreto mancano infatti alcune realtà territoriali colpite dal maltempo e il sindaco della città metropolitana, Matteo Lepore, si è subito mobilitato al riguardo, scrivendo alla Regione e alla protezione civile. Qui però è scattato il cortocircuito. Gli enti locali si sono infatti appellati al governo, dimenticando però di avere - se non altro, per prossimità - una ruolo primario nell'individuazione delle emergenze sul posto.
Comuni alluvionati, il reclamo di Lepore
"Quell'elenco contiene una fotografia delle prime zone colpite dai danni che nei giorni immediatamente successivi all’inizio dell’emergenza è stata superata dal profilarsi di nuove criticità, sia in termini di allagamenti che di eventi franosi", ha lamentato Lepore, spiegando come numerosi Comuni dell'area metropolitana di Bologna abbiano segnalato improprie assenze nel documento sugli aiuti. "Ci era stato riferito che l’elenco andava considerato provvisorio e sarebbe stato possibile integrarlo", ha proseguito il sindaco nel proprio sollecito, richiedendo di "tenere conto delle ulteriori indicazioni dei sindaci". Ma, fino a prova contraria, a mappare il territorio doveva essere in primis la regione guidata da Stefano Bonaccini (per il quale il Pd auspica la nomina a commissario per l'emergenza alluvione), su segnalazione dei Comuni. Cosa è andato storto?
Il governo e le responsabilità della Regione
È presumibile che qualcosa non abbia funzionato nella trasmissione delle informazioni in ambito regionale ed è quindi probabile che le lacune siano finite - a ricaduta - nel documento del governo. Invece, stando ad alcune ricostruzioni montate in area progressista, la colpa sarebbe stata dell'esecutivo. E ti pareva. Così, la circostanza ha suscitato un certo fastidio nei vertici locali di Fratelli d'Italia, irritati dal cortociruito innescatosi appunto nelle ultime ore. "La Regione invii al Governo, senza perdere ulteriore tempo, l'esatto elenco delle zone che hanno subito i danni da alluvione a far data dal 1 maggio, permettendo così ai Comuni di ricevere risorse ed ai cittadini di poter accedere a contributi e risarcimento", ha replicato il capogruppo Fdi Marta Evangelisti in una nota. "Appare surreale ascoltare la continua litania degli appelli alla nomina di Bonaccini a commissario, quando ancora (a più di un mese di distanza dalla prima alluvione che ha colpito il faentino) la Regione sta facendo poco e in maniera approssimativa", ha aggiunto l'esponente politica, andando così al nodo politico della questione.
La posizione di Fdi
Interpellata da ilGiornale.it, Evangelisti ha puntato l'attenzione anche sul "contraccolpo emotivo" accusato a suo avviso dai cittadini alluvionati, che in questa circostanza "hanno percepito un approccio approssimativo da parte della Regione". La donna ha anche lamentato lacune nello smaltimento dei materiali alluvionati e nell'organizzazione della risposta all'emergenza. La Regione, ha inoltre aggiunto, "manca nella comunicata disposizione di rispondere alle richieste di accesso agli atti ed alle interrogazioni in 100 giorni".
"Se l'intenzione è quella di alzare una cortina di fumo su quanto fatto o non fatto in passato dalla Regione e dagli enti preposti, non è certo quella a cui ci piegheremo", ha concluso il consigliere regionale di Fdi. Al di là del bisticcio politico, il dato indiscutibile riguarda la risposta ai cittadini, che va data subito e in modo efficace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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