Elly Schlein e Giuseppe Conte. Più va a sinistra l’una e più l’altro cerca di superarla andando ancora più a sinistra. Mentre dal Pd scappano tutti i riformisti, da Fioroni a Borghi passando per Marcucci, il M5S ha deciso di appoggiare il referendum contro l’invio di armi a Kiev, promosso da Generazione Futura, un’evoluzione della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione) che aveva lottato contro la “dittatura sanitaria” del governo Draghi.
Un paradosso per un premier come Conte che ha praticamente inventato i lockdown. “Conte è rimasto spiazzato dalla Schlein perché durante la campagna elettorale era stato lui a parlare di reddito di cittadinanza e salario, mentre ora la segretaria del Pd gli sta scippando i temi economici”, spiega il politologo Lorenzo De Sio, direttore Luiss del Cise che non crede a un’estremizzazioni di Pd e Cinquestelle, ma non nega il fatto che Conte ora sta cercando un riposizionamento con un tema come la guerra. Secondo il sondaggista Alessandro Amadori, invece, il leader politico più in difficoltà è Elly Schlein che “è in mezzo al guado” perché “prigioniera forse anche della sua inesperienza, non sa se spostare veramente a sinistra il baricentro oppure se cercare di salvare capre e cavoli”. Tutto questo indebolisce il Pd che “si è parzialmente spostato a sinistra più nel mood che nei contenuti specifici, ma non è più quel partito di centrosinistra-establishment che è stato per tanti anni”, sottolinea Amadori. Dato che Conte sa fare bene marketing politico “ha immediatamente approfittato di questo de-posizionamento della segreteria Schlein che si espone poco per paura di perdere il centro”. E se, inizialmente l'arrivo della Schlein ha tolto energia potenziale ai grillini “ora Conte ha subito virato a sinistra portandosi quasi in un'area di politica dei due forni dato che “vira a sinistra però al tempo stesso apprezza la Meloni per tenersi le mani libere e – aggiunge il sondaggista - occupare più spazio possibile cercando di mettere nell'angolo la Schlein”. In questa fase, in sintesi, Amadori vede più nitido il posizionamento di Conte rispetto a quello della Schlein che, evitando di tenere un comizio in occasione del 25 aprile, ha perso l’occasione di rilanciare il centrosinistra.
“Lei è in una fase attendista, cerca di capire come muoversi perché la verità è che il Pd è un partito che continuiamo ad associare al centrosinistra, ma in realtà è diventato un partito di establishment e di diritti dell'individuo”, chiosa il sondaggista, convinto che non siano ancora maturi i tempi per un’alleanza strutturale tra Pd e M5S. “Le alleanze alla pari sono molto difficili in politica. Pensi a quello che è successo a Renzi e Calenda”, chiosa il sondaggista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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