La Corte Ue accusa l'Italia: "Non sa gestire i fondi europei"

Confermato il taglio di 80 milioni per la Regione Puglia. La Corte: "Irregolarità sistemiche nella gestione e nel controllo dei fondi"

"Le gravi carenze di cui le autorità italiane hanno dato prova su gestione e controllo dell'utilizzo dei fondi Ue sono tali da condurre a irregolarità sistemiche". La Corte Ue descrive così il sistema dei fondi europei e conferma il taglio di 80 milioni di euro al Fondo di sviluppo regionale per la Puglia già applicato dalla Commissione nel 2009. Il Tribunale di primo grado dell’Ue ha respinto un ricorso dell’Italia e ha confermato, con una sentenza emessa oggi a Lussemburgo, il taglio come penalizzazione per l’insufficienza dei controlli di spesa predisposti dalle autorità competenti.

"I revisori dell’Ue hanno constatato diverse irregolarità che hanno giustificato dubbi seri nei confronti dei controlli e dell’ammissibilità delle spese. Oltre alla mancanza di personale nelle strutture dell’autorità di pagamento, le irregolarità riguardano ritardi nell’esecuzione dei controlli di primo e di secondo livello, nella trasmissione delle relazioni, nel seguito dato ai controlli e nell’aggiornamento della tabella di monitoraggio, nonché nelle verifiche che l’autorità di pagamento avrebbe dovuto effettuare. Diverse irregolarità non sono state segnalate dai controllori nazionali, mentre altri controlli erano stati considerati conclusi senza che fossero stati esaminati documenti essenziali.

La Commissione ha altresì contestato l’affidabilità della percentuale delle spese controllate e delle rettifiche proposte dalle autorità italiane e ha constatato il malfunzionamento dell’autorità di pagamento", ha spiegato la Corte.

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