Covid, carte ai pm di Roma: "Esecutivo parte civile"

Ai magistrati il dossier dei colleghi di Bergamo Commissione d’inchiesta vicina, giuristi divisi

Covid, carte ai pm di Roma: "Esecutivo parte civile"

Se il governo giallorosso dovesse finire a processo per la gestione del Covid, Palazzo Chigi «si costituirebbe parte civile».

L’annuncio arriva dal capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti al Tg4. E proprio a Roma ieri è iniziata l’analisi del fascicolo tramesso dalla procura di Bergamo. I magistrati romani, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, nei prossimi giorni decideranno se indagare i tre ex ministri della Salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, il presidente Iss Silvio Brusaferro e gli ex dirigenti della Sanità Giuseppe Ruocco, Claudio D’Amario, Ranieri Guerra e cui sono contestati, a seconda delle posizioni, il mancato aggiornamento del piano pandemico e dell’omessa definizione dei piani di dettaglio, l’omissione di atti di ufficio, falso e truffa per i cosiddetti «tamponi d’oro», test da 3 euro che, secondo l’accusa, erano costati circa 750 l’uno. «L’ultimo Piano pandemico l’avevo scritto io», ricorda Francesco Storace, che sibila: «Meglio leggere il mio piano che scrivere un libro come ha fatto Speranza», volume poi misteriosamente sparito dagli scaffali.

La notizia dell’archiviazione di Giuseppe Conte e dei suoi ministri da parte del Tribunale dei ministri circolata ieri risale al 2021 e non è basata sugli elementi oggi a disposizione degli inquirenti», precisa una fonte vicina alla Procura capitolina, come a dire che l’ipotesi di epidemia colposa per la mancata applicazione del Piano pandemico (sebbene colpevolmente non aggiornato) non è così campata in aria, mentre si profilano altre ipotesi di indagine come l’attentato alla sicurezza nazionale. Dalla mole di documenti e testimonianze spuntano altre novità: il matematico Stefano Merler avrebbe detto ai pm di Bergamo che ben prima dell’alert Oms del 31 dicembre nella comunità scientifica italiana si era convinti della diffusione del Covid fuori dalla Cina. Ci sono verbali che documentano come tra Alzano e Nembro il Viminale avrebbe voluto mandare militari, poliziotti e finanzieri per sigillare la Val Seriana per almeno due settimane, dal 3 al 20 marzo 2020, ma Conte disse no. La Zona rossa era invocata il 7 marzo anche dal dg al Welfare lombardo Luigi Cajazzo («Chiudere la Lombardia è questione di vita o di morte», disse al governo), ma la freddezza dell’Oms fece saltare tutto: «Mostrò esitazione e dubbi sulla sua scientificità», dice ai pm l’ex ricercatore Oms Francesco Zambon, il cui report che svelava l’inganno sul piano fu fatto sparire 24 ore dopo la pubblicazione.

«Massima cautela nella diffusione del documento onde evitare che i numeri arrivino alla stampa», era il mantra del Cts dopo i primi casi Covid. A volare erano invece i coltelli. Il 3 marzo 2021 l’ex viceministro della Salute Pierpaolo Sileri avrebbe raccontato ai pm di Bergamo di essere stato «minacciato» da Goffredo Zaccardi, l’ex capo di gabinetto di Speranza. E al ministero della Salute quasi nessuno parlava inglese ed era quasi impossibile tradurre tutte le comunicazioni internazionali, come riporta un messaggio WhatsApp di un dirigente del 4 febbraio 2020, prima che scoppiasse la pandemia Intanto a Commissione d’inchiesta sul Covid sembra in dirittura d’arrivo, anche se tra molti ostacoli e i dubbi di giuristi e costituzionalisti ieri in audizione. C’è chi come l’ex Pg di Cassazione Giovanni Salvi vede «un grande rischio di sovrapposizione», mentre il senatore Pier Ferdinando Casini definisce «la degenerazione delle commissioni come un’altra sintomatologia di un Paese malato». «Non entreremo a gamba tesa sul lavoro dei giudici», assicura invece Foti. Se medici ospedalieri e di famiglia lamentano di essere stati abbandonati, la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli invoca «chiarezza su nostri morti tra gli infermieri ma senza tensioni e frizioni fra politica e scienza».

Ma la Commissione ha senso se è un’operazione verità che metta in fila ciò che non ha funzionato, scongiurando pericolose contrapposizioni con i No Vax su lockdown, vaccini e green pass.

Mentre fa discutere l’ipotesi del possibile bavaglio ad Andrea Crisanti da parte del Pd, per silenziare il virologo che con il suo report ha inguaiato i big dell’alleanza giallo rossa. «Si inventano di tutto», replica quasi divertito il professore.

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