"Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale". È lapidario ministro della Difesa Guido Crosetto, cge su X (un tempo Twitter) commenta le dichiarazioni del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha annunciato controlli aggiuntivi alla frontiera con l’Austria e altri Paesi, congiunti con Svizzera e Repubblica Ceca sul loro versante. In altre parole quella stessa Germania che elargisce fondi alle ong per recuperare in mare i migranti provenienti dal Nord Africa, poi quei migranti non li vuole accogliere.
Il sarcasmo di Crosetto sottolinea l'evidente stonatura del capo del governo tedesco, che dimentica, o fa finta di dimenticare, che il problema migranti riguarda tutta l'Europa e non solo la Germania. È del tutto evidente che se ognuno continua a guardare solo al proprio orticello, i problemi resteranno sul tappeto. La differenza tra il politicante e lo statista sta proprio qui: il primo guarda al momento contingente, osserva compulsivamente i sondaggi e vivacchia alla giornata. Il secondo, invece, ha visione, vede i problemi e cerca di governarli. E se è convinto di una decisione si assume le responsabilità delle proprie scelte, anche se possono avere conseguenze in termini elettorali.
Scholz, è evidente, ha grosse difficoltà. Da un lato è pressato dal centrodestra, nel suo Paese, che intende porre un freno all'immigrazione, specie in un momento come questo non proprio florido per l'economia. Dall'altro è pressato dai Land (e dai Comuni), che chiedono soldi per poter gestire la situazione. In vista ci sono le elezioni europee che, se è vero che non potranno disarcionare il suo governo, di certo potrebbero dargli un forte scossone. Il cancelliere sta in mezzo al guado e dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Da un lato finanzia le Ong, facendo contenti i Verdi e l'anima più a sinistra della propria maggioranza, dall'altro, invece, mostra i muscoli e fa vedere che le cose dovranno cambiare presto.
"Il cancelliere tedesco dice quello che vuole - dichiara il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani - ma quella è una immigrazione secondaria, noi abbiamo un problema di immigrazione primaria. Noi abbiamo previsto una strategia - aggiunge - noi dobbiamo guardare alla strategia, dobbiamo guardare alla solidarietà europee". In Gemania, ricorda Tajani, "sono in campagna elettorale, però c’è un problema importante da risolvere. Noi vogliamo comprendere qual è la posizione tedesca. Non è chiaro quello che dicono. Valuteremo, vedremo, ma i migranti che vogliono andare in Germania non è che li devono mandare in Italia".
Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, si domanda: "Come la prenderebbe il governo tedesco se quello italiano decidesse domattina di erogare generosi finanziamenti a Ong incaricate di forzare quei blocchi per far entrare migliaia di migranti?". In effetti lo stesso principio umanitario che muove chi aiuta i migranti in mezzo al mare, potrebbe valere per chi desidera aiutare quei migranti che, attraverso mille traversie, si spostano via terra cercando di arrivare dove c'è più ricchezza, lavoro o possibilità di una vita migliore.
Perché alzare dei muri da una parte e tendere la mano dall'altra? Ragionare in modo coerente, affrontando il problema di petto - e insieme agli altri Paesi - è l'unica strada percorribile. Gli altri sono vicoli senza uscita.
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