Mentre è ormai certo il voto di fiducia alla Camera per il decreto liberalizzazioni, la Ragioneria generale dello stato avvisa: al decreto mancano alcune coperture per cinque misure previste. A preoccupare sono quelle che riguardano la permuta degli immobili dello Stato, la compensansazione che permetterebbe alle pubbliche amministrazioni di saldare i propri debiti, l'aumento di personale nell'Autorità per l’energia elettrica e il gas, due norme sui diritti aeroportuali.
Intanto a Montecitorio l'Aula ha chiuso anticipatamente la discussione generale sugli emendamenti come chiesto da Angelo Compagnon dell’Udc. Il governo ha quindi posto la fiducia "sul testo delle commissioni identico a quello approvato in Senato" per arrivare al voto definitivo domani, anche perché il decreto decade il 24 marzo. Proteste della Lega: "Non votiamo per la sospensione della discussione, ormai stiamo votando per la sospensione della democrazia", sostiene Raffaele Volpi attaccando anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini - "Sta consentendo di usare in maniera assolutamente abnorme tempi e modi" - e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, reo di sponsorizzare un governo "sordo alla democrazia".
Polemiche anche dall'Idv, secondo cui il Colle, "nel rispetto della Carta Costituzionale, non dovrebbe firmare il decreto: il decreto ha ottenuto parere favorevole in commissione Bilancio nonostante la Ragioneria generale dello Stato abbia dichiarato che non c’è la copertura finanziaria per almeno cinque degli articoli che esso comprende".
Anche una parte del Pdl storce il naso: "Il decreto legge liberalizzazioni viola palesemente, e per stessa ammissione della Ragioneria generale dello Stato, il quarto comma dell’art. 81 della Costituzione. Non penso che questo sia il miglior modo per iniziare un road show di credibilità internazionale. Già nei contenuti di alcuni articoli umilia il senso stesso della parola liberalizzazioni ed in più crea ulteriori buchi di bilancio", sostiene Guido Crosetto.
Dal canto suo anche il Gianfranco
Fini esprime il proprio "rammarico" per "l’insensibilità dell’esecutivo" che non ha dato "ulteriori elementi di valutazione" come richiesto in aula. Richieste che, secondo il presidente della Camera, avevano "fondatezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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