Cospito torna a ricattare con lo sciopero della fame

Le condizioni dell’anarchico sono stabili e c’è un lieve miglioramento, ma sul suo decorso molto dipenderà dalla sentenza della Cassazione del prossimo 24 febbraio

Cospito torna a ricattare con lo sciopero della fame

Migliorano le condizioni di salute di Alfredo Cospito, ma la minaccia è sempre dietro l’angolo. L’anarchico detenuto al 41 bis sta continuando a prendere gli integratori, fanno sapere fonti legali, ma c’è di più. Dopo la visita del medico sabato 18 febbraio mattina all’ospedale San Paolo di Milano, il 55enne s’è detto “determinato a riprendere il digiuno totale se il 24 febbraio dalla Cassazione arrivasse una sentenza negativa in merito al ricorso per la revoca del 41 bis”.

Il ricatto di Alfredo Cospito

Un vero e proprio ricatto quello di Cospito, ricoverato nel nosocomio meneghino dallo scorso 11 febbraio. Progressi in tutti i valori a rischio, anche se lo sciopero della fame soft continua. Il medico ha confermato che le condizioni dell’anarchico sono “stabili e c’è un miglioramento anche grazie agli integratori che sta prendendo, in particolare sodio e potassio”. Ma in caso di nuovo di nuovo digiuno totale il quadro potrebbe cambiare:“Se decidesse di riprendere lo sciopero della fame in maniera radicale la situazione potrebbe precipitare rapidamente”.

Secondo quanto ribadito da Repubblica, Cospito sta prendendo solo gli integratori e avrebbe rifiutato la terapia farmacologica. Nessun risultato, invece, dai tentativi di assumere yogurt a causa dell’incapacità di trattenere gli alimenti. Avendo perso circa cinquanta chili, il momento della ripresa dell’alimentazione è il più delicato e pericoloso. Ma per il momento il detenuto non ha alcuna intenzione di riprenderla, quantomeno fino alla decisione in programma il 24 febbraio.

Il clima di tensione

Manifestazioni, atti violenti e minacce. Questo lo scenario horror legato alla vicenda Cospito, con il mondo anarchico in prima linea contro le istituzione. L’ultima intimidazione in ordine di tempo è quella nei confronti del ministro Carlo Nordio. “Nordio boia, speriamo che tu muoia”, la scritta comparsa su un muro in viale dell’Università a Lecce. In corso le indagini della Digos, un episodio che segue di qualche ora l’attacco alla sede della Rappresentanza italiana presso l’Ue a Bruxelles. Perentorio il primo ministro Giorgia Meloni: “Solidarietà al Guardasigilli e al personale della sede.

Lo Stato è al loro fianco e non arretra”. Categorico anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "È massima l'attenzione delle Forze di polizia rispetto alle tensioni alimentate dai movimenti di matrice anarchica".

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