Dossier illegali, chiesti due anni di carcere per Tronchetti Provera

Chiesti due anni di carcere per l'ex presidente di Telecom: quando ricevette il materiale proveniente dai computer della Kroll, sapeva che proveniva da un reato

Dossier illegali, chiesti due anni di carcere per Tronchetti Provera

"Condannate Marco Tronchetti Provera". Il pubblico ministero Alfredo Robledo ha chiesto oggi la condanna dell'ex presidente di Telecom a due anni di carcere per ricettazione. Secondo Robledo, Tronchetti è colpevole di avere ricevuto, sapendo perfettamente che provenivano da un reato di hackeraggio, i segreti che la security di Telecom, guidata all'epoca da Giuliano Tavaroli, aveva succhiato dai computer della agenzia di investigazioni Kroll. Siamo all'epoca dello scontro frontale tra Telecom Italia e gli imprenditori Daniel Dantas e Carla Cico per il controllo della telefonia cellulare in Brasile. Uno scontro senza esclusione di colpi, che vide scendere in campo anche gli "spioni" di entrambi gli schieramenti.

Anche la vicenda Kroll è venuta a galla, dopo l'arresto di Tavaroli, nella gigantesca indagine sui dossier illegali raccolti dall'ufficio sicurezza di Telecom. Di numerose attività compiute dal Tiger Team di Tavaroli, la procura ha sostenuto che Tronchetti era all'oscuro. Ma nella vicenda Kroll, il pm Robledo si è convinto che la analisi dei fatti ("e i fatti - ha ricordato oggi - sono testardi") dimostra che Troncheti, quando ricevette il materiale proveniente dai computer della Kroll, sapeva perfettamente che proveniva da un reato. Ciò nonostante, l'amministratore delegato accettò di farsi mandare una finta lettera anonima contenente un dischetto, per poterlo poi usare nella guerra con Dantas e la Cico. E questo per la procura è a tutti gli effetti un reato di ricettazione.

Le modalità per fare avere a Tronchetti il dischetto vennero concordate, secondo una testimonianza di Tavaroli che Robledo considera riscontrata da documenti e altre testimonianze, in un vertice alla presenza del capo dell'ufficio legale di Telecom, Chiappetta, e del professor Francesco Mucciarelli, difensore del gruppo. Mucciarelli, interrogato in aula, ha smentito. Ma nei suoi confronti la procura ha chiesto di aprire un procedimento per falsa testimonianza. Contro questa iniziativa del pm ha aspramente polemizzato in una memoria il difensore dell'imputato.

Tronchetti non era presente in aula. L'ex numero uno di Telecom era previsto che rendesse delle dichiarazioni spontanee al tribunale. Ma il suo legale, Roberto Rampioni, ha invece depositato una memoria in cui spiega in modo polemico verso la procura la assenza del suo assistito, dovuta alla "eccezionalità di quanto avvenuto, non disgiunta da un modus operandi fatto di ripetuti stralci di procedimenti, di iscrizioni nascoste, improvvise accelerazioni ovvero incomprensibili ritardi nella chiusura dei diversi sub procedimenti (un insieme che genera flussi mediatico gravemente dannosi per una azienda quotata in borsa e che, in particolare, opera da lungo tempo in Brasile dove ha una importante quota dei propri investimenti)".

La prossima udienza è stata fissata per il 10 luglio quando interverranno gli avvocati delle parti civili (contro Tronchetti si sono costituiti Dantas, la Cico e i nuovi amministratori di

Telecom Italia), verrà data la parola alla difesa e probabilmente il giudice pronuncerà la sentenza. I due anni richiesti dalla Procura sarebbero, in caso di condanna, interamente assorbiti dalla condizionale e dall'indulto.

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