Fini attacca i suoi ex colonnelli: "Hanno sempre bisogno di un generale"

Prende in giro gli ex An, attacca Berlusconi e elemosina un'alleanza con Montezemolo: il presidente della Camera è proprio alla frutta

Il presidente della Camera Gianfranco Fini
Il presidente della Camera Gianfranco Fini

Per molti anni ha covato il sogno di essere incoronato, prima o poi, il leader del centrodestra. Per raggiungere questo obiettivo ha voltato le spalle a Silvio Berlusconi contribuendo alla sue dimissioni da Palazzo Chigi, ha tradito il voto di milioni di elettori lasciando il governo con cui era stato eletto e ha mentito a tutti gli italiani promettendo di lasciare lo scranno di Montecitoria qualora fosse emerso che la casa di Montecarlo appartiene al cognato Giancarlo Tulliani. Il risultato? Dopo l'addio al Pdl e l'affaire Montecarlo, il presidente della Camera Gianfranco Fini è letteralmente sparito dalla scena politica. E ai futuristi non resta che andare in giro a elemosinare qualche apparentamento per non scomparire del tutto dal parlamento. Non contento, Fini trova anche il tempo per andare a prendersela con gli ex An che hanno deciso di rimanere nel Pdl: "I colonnelli sono tali perché hanno bisogno di un generale...".

Sfotte gli ex "colonnelli" di Alleanza nazionale, attacca il Cavaliere ed elemosina un'alleanza con Luca Cordero di Montezemolo: il presidente della Camera è proprio alla frutta. Dopo essere sparito dalla scena politica, Fini si dibatte per avere un riflettore puntato addosso. D'altra parte, in parlamento i futuristi non ha più alcuna rilevanza politica. E, agli ultimi appuntamenti elettorali, il Fli non ha fatto una gran bella figura. Basta dare un'occhiata ai risultati ottenuti alle regionali in Sicilia per capire che Fini e i finiani non se la passano un granché bene. Eppure il presidente della Camera non perde mai l'occasione per attaccare Berlusconi e il Pdl nel tentativo di andare a erodere una manciata di voti e sopravvivere alla tornata elettorale del 2013. "È probabile che Berlusconi scenderà in campo, ma l’uomo è imprevedibile", ha commentato in una intervista a RaiNews24 consigliando al Pdl di chiedersi per quale motivo ha perso la metà dei consensi che aveva. "Non credo che sia perché Berlusconi sia stato poco presente o incisivo nella vita del partito - ha graffiato - semmai il contrario". Poi se la prende con gli ex "colonnelli" di An: "Non personalizzo mai, ma si tratta di percorsi politici diversi. Ci sono state questioni che ci hanno diviso nel passato e altre che ci dividono ancora".

Accuse che fanno per lo meno sorridere se dette da un politico che è passato a un partito (An) con oltre il 10% dei consensi a uno (Pdl) con quasi il 38% delle preferenze, per finire in un terzo (Fli) che si attesta ben al di sotto il 5%. Ai microfoni di RaiNews24, ha ribadito anche la sua intenzione di ricandidarsi ("Poi saranno gli elettori a decidere...) anche se i sondaggi non sono molto favorevoli: "È naturale che sia così perchè non c’è ancora Lista per l’Italia". "Sulla Lista per l’Italia -ha spiegato il presidente della Camera - la decisione è presa ma si tratta ora di definire aspetti non secondari perché non volgiamo fare solo un accordo tra Fli e Udc, vogliamo fare una lista aperta a varie personalità, a partire da coloro che si sono ritrovati nel movimento di Montezemolo, e ad altri".

Eppure, alla domanda se il raggruppamento speri nel "traino" del premier Mario Monti, Fini ha preferito non svelare le proprie carte: "Speriamo che gli italiani capiscano che in una fase così complicata, prima di fare a meno di una personalità come Monti occorre pensarci molto bene".

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