La riforma della giustizia fa mobilitare le toghe "in via d'urgenza". Che il provvedimento del governo non piaccia a una parte della magistratura è cosa nota; e infatti, proprio nel giorno in esso arriva al consiglio dei ministri ed è stato approvato con una seduta lampo, l'Anm si è attivata con particolare sollecitudine. Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia ha convocato "in via d’urgenza" la Giunta esecutiva centrale proprio per discutere dell'argomento. All'ordine del giorno: "Approvazione del Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e per l’istituzione della Corte disciplinare. Valutazioni e iniziative".
"Via la politica dai Tribunali e le correnti dal Csm, separazione delle carriere fra Pm e giudici, sanzioni disciplinari ai magistrati che sbagliano. Altra promessa mantenuta!", ha esultato Matteo Salvini dopo l'ok del consiglio dei ministri. In concomitanza con la riunione flash (per il convinto via libera sono bastati solo 20 minuti), toghe sono tornate ad agitarsi con toni ancor più allarmati. "Ci riuniremo a breve e l'organo deliberante dell'Anm deciderà come rispondere. Finora abbiamo solo letto i giornali e ascoltato le parole del ministro qualche settimana fa, dobbiamo aspettare di leggere bene il testo per dare una completa valutazione. L'organo deliberante dell'Anm si riunirà a breve subito dopo il Cdm", ha affermato Giuseppe Santalucia in un'intervista ad Affaritaliani.it, definendo la riforma costituzionale della giustizia "un errore. Un forte passo indietro rispetto all'effettiva autonomia e indipendenza della magistratura".
E alla domanda su un eventuale sciopero delle toghe contro la riforma dell'esecutivo, Santalucia ha risposto: "Vedremo, a priori non posso escludere nulla. Anche se il percorso parlamentare di una riforma costituzionale è, come noto, abbastanza lungo. Troveremo il modo e le forme di rappresentare la nostra contrarietà. Noi siamo a favore di una protesta argomentata e non vogliamo solo battere i piedi". Si riaccende così il dibattito su una riforma a nostro avviso necessaria, fondamentale, doverosa. Un passo in avanti del quale la politica ha il dovere di farsi carico.
"Andremo avanti, con grande stima e rispetto per tutti i magistrati, perché abbiamo preso un impegno con gli elettori", aveva avvertito al riguardo commentato nelle scorse settimane il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, rilanciando la linea intrapresa dal governo. L'ok odierno del Cdm conferma quel progetto.
Intanto, la giunta dell'Associazione nazionale magistrati riunitasi nel pomeriggio ha convocato - sempre con carattere d'urgenza - in data 15 giugno il comitato direttivo centrale "per assumere altre iniziative". La riunione, a quanto si apprende, sarà aperta anche alle altre magistrature.
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