Guastalla celebra Cagliari vittima del giustizialismo

Reggio Emilia Guastalla riabbraccia Gabriele Cagliari (nella foto) con un convegno nel corso della Festa socialista e la dedicazione di una via. Un evento storico: dopo la sepoltura in paese dell'ex presidente dell'Eni morto suicida dopo quattro mesi di carcerazione preventiva a San Vittore nell'ambito dell'inchiesta Mani pulite, nessuno parlò più di lui. Per la prima volta ha parlato anche il figlio Stefano, che ha apprezzato «l'onore ristabilito verso un personaggio scomodo abbandonato a se stesso in un Paese nel quale è ancora impossibile un sereno dibattito su Mani pulite». Cagliari jr ha commosso il pubblico leggendo la drammatica lettera alla moglie: «Un durissimo j'accuse al pool scritto il 3 luglio '93, 15 giorni prima della morte». La sua memoria venne ristabilita nel racconto del cappellano di San Vittore che confidò al figlio di come si attivò per far arrivare la voce degli ultimi tra gli ultimi che in carcere non potevano avere ascolto. «Mio padre, mentre in tanti cercavano di saltarci fuori ammettendo le proprie responsabilità, non mise in difficoltà l'azienda e conservò la schiena dritta».

Ed è in questo clima che maturò la sua decisione di suicidarsi: «Un atto pienamente libero per far arrivare all'esterno quello che stava accadendo con la carcerazione preventiva». Un gesto che ebbe i suoi frutti «perché dopo quella morte il pool ridusse lo strumento coercitivo».

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