Dopo il terremoto in Emilia, che ha causato diciassette vittime e notevoli danni agli edifici, radendo al suolo quasi completamente alcuni paesi, a partire da Cavezzo, il governo pensa alla ricostruzione e per stanziare i fondi necessari ricorre a un sistema per nulla nuovo, ovvero all'ennesimo aumento delle accise sul carburante.
Un aumento che inciderà di due centesimi su ogni litro di benzina e che va ad aggiungersi a una serie di tasse imposte nel corso del tempo sul costo del carburante. A pesare aumenti che, andando indietro nel tempo, risalgono fino all'aumento da 1,90 lire deciso in concomitanza con la guerra di Abissinia, come pagamento per le spese militari.
Il primo aumento risale dunque al 1935, ma è soltanto il primo di una lunga serie. A questo bisogna aggiungere le 14 lire di incremento legate alla crisi di Suez (1956), le 10 lire per il Vajont (1963). E ancora, l'aumento delle accise fu utilizzato come soluzione in caso d'emergenza nel 1966 (+10 lire per l'alluvione di Firenze), nel 1969 (+10 lire per il terremoto del Belice), nel 1976 (+99 lire per il terremoto del Friuli).
E per pagare i danni dei terremoti fu utilizzato anche in seguito. Nel 1980 si decise un aumento da 75 lire per il terremoto dell'Irpinia.
100 lire furono aggiunte per finanziare la missione italiana in Libano nel 1982 (altre 105 l'anno successivo). Nel 1996 un incremento di 22 lire sulle accise servì ad aiutare la missione in Bosnia, Nel 2003 l'aumento (da 0,017 euro) per il contratto degli autoferrotranvieri. Nel 2005 0,005 euro vennerò aggiunti per il rinnovo degli autobus pubblici.
2011, sei aumenti in dodici mesi
Gli ultimi interventi legati alle accise risalgono all'anno scorso.
Nel solo 2011 le accise salirono cinque volte: il 6 aprile (+0,0073 euro) per finanziare il Fondo Unico per lo Spettacolo, l'1 giugno (+0,0400 euro) per l'emergenza immigrati, il'1 luglio (+0,0019 euro) per finanziamento nuovamente il FUS, l'1 novembre (+0,0089 euro) come contributo per la ricostruzione legata alle alluvioni in Toscana e Liguria. E infine il 6 dicembre (+0,0820 euro), con il decreto cosiddetto "Salva Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.