Ilva, i custodi bocciano il piano di investimenti

È scontro sui dati della perizia: "A Taranto mortalità fino a +27%". Clini non ci sta

Il piano per rilanciare l'Ilva è stato bocciato. La valutazione dei custodi giudiziari sul piano di investimenti immediati per risanare gli impianti sotto sequestro, consegnato dall’Ilva alla Procura venerdì scorso, è negativa. I custodi hanno incontrato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e i pm dell’inchiesta per disastro ambientale.

Restano i dubbi e le perplessità sugli stanziamenti resi disponibili, 400 milioni appunto. Secondo valutazioni ufficiose comunicate alla procura sarebbero infatti necessari 4 miliardi. Tuttavia, Fabio Riva, vicepresidente del gruppo, ha confermato l’impegno di non voler abbandonare il siderurgico di Taranto come gruppo industriale dal momento che, dal 1995 a oggi, sono stati complessivamente investiti 4 miliardi di euro, di cui oltre uno per l’ambientalizzazione. Anche Clini ha invitato a distinguere fra interventi immediati, che sono quelli finanziati dai 400 milioni, e azione di prospettiva, un’azione di risanamento che richiederà alcuni anni e per la quale l’Ilva potrà accedere anche a fondi europei se presenterà programmi di innovazione tecnologica. Un accesso alle risorse di Bruxelles, chiarisce il ministro sgombrando il campo da chi l’accusa di "regalare" soldi pubblici all’Ilva, al pari di quanto è previsto e consentito per tutte le imprese dell’Unione europea.

Elaborando i dati della perizia epidemiologica per il gip del tribunale di Taranto, uno studio apparso sulla rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia ha denunciato che, a Taranto, la mortalità per tutte le cause aumenta dell’8-27% (a seconda dei quartieri), i tumori maligni del 5-42%, le malattie cardiovascolari del 10-28% e le malattie respiratorie dell’8-64%. Il governo non ci sta e rigetta le letture allarmistiche dei dati. "Sui dati sanitari di Taranto non c’è nulla di segreto, nulla di nascosto", ha commentato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. "L’unica cosa evidente è che si stanno manipolando con grande spregiudicatezza dati incompleti e si sta creando una pressione sulla popolazione e sulle autorità - ha spiegato Clini - abbiamo bisogno di responsabilità".

Secondo il ministero dell'Ambiente, infatti, ad oggi nessuno può dire che c’è una relazione causa-effetto sulle attività industriali attuali dell’Ilva e lo stato di salute della popolazione. "Abbiamo bisogno di trasparenza e responsabilità", ha puntualizzato Clini ai microfoni di Radio Anch'io.

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