Intercettazioni, cosa cambia con la riforma

L'autore della proposta Zanettin (Fi): trovato il giusto equilibrio tra indagini e privacy, dedico la norma a Berlusconi e Ghedini

Intercettazioni, cosa cambia con la riforma
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Con l’ok della Camera arrivato stanotte (147 voti i sì, 67 i contrari e un astenuto, il via libera del Senato era arrivato il 9 ottobre 2024) diventa legge la norma il tetto di 45 giorni alle intercettazioni. La proposta 932 che porta il nome di Pierantonio Zanettin, ex membro del Csm oggi capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Palazzo Madama, prevede la modifica dell’articolo 267, comma 3 del Codice di procedura penale.
«Le intercettazioni non possono avere una durata complessiva superiore a quarantacinque giorni, salvo che l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti». Già oggi le intercettazioni non possono superare i 15 giorni, ma possono essere prorogate di altri 15 giorni, senza un limite massimo, qualora permanessero i presupposti. La norma invece stabilisce che è possibile derogare al termine di 45 giorni, laddove si ravvisi «l’assoluta indispensabilità delle operazioni» che va «giustificata dalla presenza di elementi specifici e concreti con una espressa motivazione».
L’assenza di un limite c’è anche all’articolo 13 del decreto legge numero 152 del 13 maggio 1991, che deroga alla disciplina generale sulle intercettazioni per alcuni reati: mafia, terrorismo, criminalità organizzata, traffico illecito di rifiuti, sequestro di persona a scopo di estorsione, minaccia col mezzo del telefono, reati informatici. La riforma non tocca la durata delle intercettazioni in questi casi, che non può superare i quaranta giorni ma può essere prorogata dal giudice per periodi successivi di venti giorni, senza un limite complessivo massimo.
«Con la legge approvata stanotte le intercettazioni tornano alla loro funzione originaria, perché non devono servire a cercare il reato ma a cercare la prova del reato. Questa è davvero una riforma epocale, un’autentica rivoluzione copernicana che dedico a due persone che non ci sono più: il presidente Silvio Berlusconi e l’avvocato Niccolò Ghedini», ha detto il senatore Zanettin in un evento politico sulla riforma della giustizia voluta da Forza Italia».


La riforma prova a cercare un equilibrio tra il diritto alle indagini e il diritto alla privacy «Da una parte c’è chi dice che ogni reato, anche il più banale, potrebbe portare a scoprire un reato di mafia. Noi abbiamo una visione diversa, liberale. Basta intercettazioni a strascico per anni e anni», sottolinea l’esponente di Forza Italia.

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