«Tutto è partito da noi della Uiltucs e dai lavoratori. Non è possibile che oggi diventi una battaglia di tutti: dov’erano prima gli enti, e la politica in generale?». Non c’è dubbio che se oggi c’è possibilità di fare chiarezza rispetto alla cooperativa Karibu della famiglia dell’onorevole Soumahoro, molto del merito va alla perseveranza del segretario provinciale della Uiltucs di Latina Gianfranco Cartisano. Anni di battaglie, di denunce, di difesa dei diritti dei lavoratori della cooperativa e dei braccianti impiegati dal consorzio Aid, anch’esso legato alla famiglia del deputato eletto con Verdi e Sinistra italiana.
Parte da lontano la storia della gestione dei centri di accoglienza per migranti nella provincia di Latina. Una storia con molte ombre sulla quale però in pochi chiedevano chiarezza mentre i più facevano spallucce, bollando come polemica a sfondo politico ogni intervento critico verso queste cooperative. E Karibu, la coop della moglie e della suocera di Aboubakar Soumahoro era quella che gestiva i numeri maggiori. La coop di Sezze ha vinto la prima gara per i progetti Sprar nel 2001. Fino al 2019 ha gestito l’accoglienza dei migranti grazie a una serie di proroghe e ha preso più o meno 5 milioni di finanziamenti. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? No le denunce pubbliche ci sono state. Come quella del capogruppo regionale della Lega Angelo Tripodi: «La mia denuncia parte nel 2018 e finì sotto silenzio, nell’indifferenza di molti. Sono felice che ora magistratura e forze dell’ordine abbiano acceso i riflettori su questa storia».
La procura della Repubblica di Latina, guidata da Giuseppe De Falco, ha diramato ieri una nota che mostra in parte l’imbarazzo che si respira in via Ezio per essere arrivati solo ora ad aprire un fascicolo: «Gli accertamenti nascono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto, rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione». Cosa però che nel 2018 non era avvenuta.
Ma anche la scorsa estate nulla si mosse quando Gianfranco Cartisano della Uiltucs denunciò la vicenda dei lavoratori non pagati delle coop, la medesima sui cui risvolti oggi si sta indagando.
A luglio Cartisano dichiarava ai giornali: «Una storia che purtroppo abbiamo già visto altrove, con le anomalie finanziarie scaricate sugli enti pubblici finanziatori e sui lavoratori».Dopo mesi Cartisano vede finalmente riconosciute le battaglie del suo sindacato. «Oggi rimane per noi l’unico obiettivo di ripristinare la dignità di questi lavoratori e pagarli nell’immediatezza».
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