L'abolizione delle Province? Solo una legge truffa

Via libera al ddl Delrio. Ma Brunetta tuona: "Non le abolisce"

L'abolizione delle Province? Solo una legge truffa

Con il ddl Delrio su Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni, approvato ieri sera alla Camera, si "svuotano" le Province, si dà vità, dopo molti anni di annunci, alle città metropolitane e si facilità il percorso per aggregare i piccoli Comuni in Unioni dei Comuni. Sono questi i punti salienti della riforma voluta dal governo. Restano in piedi, dunque, due soli pilastri a elezione diretta: le Regioni e i Comuni. Niente più enti intermedi. Il ddl ora passa al vaglio del Senato. Nel testo originario le città metropolitane erano nove: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, più Roma Capitale con una disciplina speciale. Per Reggio Calabria, commissariata dal 2012, è previsto un iter differente dalle altre: l’avvio della città metropolitana viene rinviato all’uscita dal commissariamento. Prevista la possibilità per le province con più di un milione di abitanti di chiedere la trasformazione in città metropolitana, che però dovrà avvenire con apposita legge da adottare con la procedura dell’articolo 133 della Costituzione. Così come sono concepite dal ddl, le Città metropolitane sono enti di secondo grado.

Ma di cosa si occuperanno? Avranno funzioni istituzionali di programmazione e pianificazione dello sviluppo, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione. E ancora, funzioni di pianificazione territoriale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Alla città metropolitana vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia. "La riorganizzazione - assicura il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio - non comporterà la perdita del posto dei lavoratori".

Brunetta: è solo una legge truffa

Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, tuona contro la riforma Delrio. "Il disegno di legge sulle province, approvato ieri dalla Camera dei deputati, si può definire a tutti gli effetti una vera e propria legge truffa. Questa nuova legge non abolisce le province, ma crea enti di secondo livello: di fatto trasforma le province in enti di area vasta, li sottrae alla rappresentanza democratica, escludendo ogni tipo di elezione diretta, con l’obiettivo di rendere le nuove province e le nuove città metropolitane assemblee monocolore di sinistra". Per l’esponente forzista si tratta di "un provvedimento incostituzionale, confuso, con norme ingarbugliate, che non semplifica e non sburocratizza, ma aumenta il disordine sulla gestione dei servizi a livello locale creando nuovi problemi a imprese e cittadini".

Ma non è, comunque, una riforma che mira a far risparmiare soldi allo Stato? Brunetta smonta anche questa tesi: "Oggi le province costano 8,6 miliardi l’anno per le spese ordinarie. Due miliardi e duecentomila euro l’anno è il costo dei dipendenti. Gli impiegati e i dirigenti sono 61.000, per 1.272 consiglieri provinciali e 395 assessori. Quanto farà risparmiare il ddl approvato ieri? Solo i 100 milioni delle mancate elezioni, a fronte di 8 miliardi di spese correnti. Praticamente nulla". "Il disegno di legge del ministro Delrio - incalza Brunetta - è stato inoltre sconfessato anche in occasione del discorso del presidente del Consiglio sulla linee programmatiche del suo governo dello scorso 11 dicembre alla Camera: nel suo passaggio sul futuro delle province, il premier Letta ha, di fatto, rinnegato l’impalcatura di stampo squisitamente propagandistico messa in piedi dal ministro Delrio per giustificare la creazione di nuovi centri di potere".

Solo ulteriori costi e peso burocratico

"Forza Italia - incalza Brunetta - aveva presentato una proposta specifica sul tema, prevedendo un intervento chiaro, lineare: via le province, nessun ente di secondo livello, un progetto in grado di alleggerire definitivamente le strutture che adesso governano gli enti territoriali. Una proposta - prosegue il capogruppo di Forza Italia - che mirava a garantire un passaggio di competenze e funzioni definito una volta per tutte, in attesa della riforma costituzionale in grado di abolire definitivamente le province, per disegnare una Repubblica delle autonomie fondata su due soli livelli territoriali di diretta rappresentanza delle rispettive comunità: le regioni e i comuni.

E invece niente, dal governo solo una truffa: demagogia, strategia dell’annuncio e zero serietà. Il frutto avvelenato è questo provvedimento, una scelta del tutto sbagliata che non porterà nessun beneficio ma solo costi e ulteriore peso burocratico per i cittadini".

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