Lega, dopo le dimissioni Bossi vede Maroni E accusa: "Noi incastrati da Roma padrona"

Il segretario si dimette: "Chi sbaglia paga". Ricandidarmi? "Decideremo più avanti". Poi accusa: "Attaccano la mia famiglia per colpire me". Il racconto del Senatùr: "Ho pianto, sarei solo d’intralcio". Maroni esce da vincitore dimezzato. Spese sospette: auto, bar e gigolò. L'amarezza di Berlusconi: "Un colpo al cuore". FOTO: La saga della famiglia I VIDEO STORICI: "La Lega ce l'ha duro" - Pontida '96 - Il dito medio - La pernacchia - L'ultimo comizio a Pontida - La prima intervista dopo le dimissioni - Il tapiro a Renzo Bossi. IL RETROSCENA: Il Cerchio magico rischia di scomparire. Mister Canottiera tradito dagli affetti / Feltri

Lega, dopo le dimissioni Bossi vede Maroni E accusa: "Noi incastrati da Roma padrona"

Il gladiatore padano si è fatto da parte, ma non abbandona scudo ed elmo. Deluso, commosso, ma determinato a vederci chiaro. Umberto Bossi, all'indomani dalle sue dimissioni, si è già fatto un'idea sull'inchiesta che ha travolto il Carroccio. Nel primo pomeriggio, il Senatùr ha incontrato l'ex ministro Roberto Maroni che difende dagli attacchi della base: "Non è un Giuda. Ha semplicemente fatto una specie di corrente, ma quasi tutti non sono d’accordo. Non penso che Maroni sia con me ma neppure contro".

"Tutta la manovra è chiara: è contro di me e contro la Lega. Siamo la sola forza politica all’opposizione, sapevamo che il sistema ce l’avrebbe fatto pagare". Il Senatùr non ha dubbi. Espone il suo pensiero e le sue perplessità a Repubblica, Stampa e Padania

"I tempi sono strani: se un amministratore è in combutta da anni con una famiglia della ’ndrangheta, perché si viene a sapere solo adesso?", si chiede il leader del Carroccio. Che di farsi da parte non ha nessuna voglia, nonostante l'uscita formale dal partito.

"Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che scompaia, se lo scordino. Non mollo la battaglia per la libertà del Nord. Il peso di un uomo non dipende solo dalla carica, ma dal cervello, dalla testa e dal cuore".

Insomma, Bossi si sente colpito ma non sconfitto. Ha fatto una scelta per il bene della Lega e della sua famiglia, due cose che si fondono inesorabilmente. "La cosa che mi ha dato più fastidio è la storia secondo cui mia moglie avrebbe in mano la cassa della Lega insieme con Rosi Mauro. Di che cassa stiamo cianciando? E chi mette in giro queste panzane?", attacca il Senatùr, convinto che l'attacco sferrato nei confronti della sua famiglia sia stato fatto "per colpire me e il partito".

Per ciò che attiene alle accuse rivolte al figlio Renzo, Bossi ha spiegato: "Mi ha portato le prove che l’automobile è sua, l’ha pagata lui, di questo sono certo, perché l’ho visto con i miei occhi". Il Senatùr ha anche smentito categoricamente che siano stati utilizzati fondi del Carroccio per la ristrutturazione della villetta di famiglia.

Il sospetto del leader del Carroccio è legato al ruolo del suo partito nel panorama politico e alle prossime elezioni. "Ci sono le elezioni ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perchè?", tuona Bossi.

E sulle accuse di sottrazione di fondi al partito il Senatùr non ammette nulla e vuole soltanto vederci chiaro: "Io sento il dovere di capire. E lo farò. Vedo troppe cose strane".

Infine, sulla possibilità di una sua candidatura al prossimo Congresso, Bossi risponde: "Non abbiamo deciso ancora quando faremo il congresso, allora ve lo dirò".

Quello che è certo è che "la Lega è pericolosa, perché è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente".

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