Legge elettorale, il Cav stana gli intrighi Pd

Berlusconi: "Spingono per il premio di coalizione perché guardano a Vendola". Oggi riunione del Pdl a Palazzo Grazioli

Legge elettorale, il Cav stana gli intrighi Pd

Roma - Quello che doveva essere il mercoledì da leoni della nuova legge elettorale rischia di trasformarsi in un giorno di ordinari litigi. Lo stallo della trattativa appare ormai conclamato e questa mattina la riunione del Comitato ristretto della commissione Affari Costituzionali rischia di produrre l'ennesimo giro a vuoto di un motore inceppato. Per valutare le mosse da adottare oggi Silvio Berlusconi riunirà lo stato maggiore del partito a palazzo Grazioli. Chi ha parlato con lui in queste ore racconta che il presidente del Pdl sia rimasto molto perplesso per la frenata del Pd. «Spingono per il premio di coalizione perché stanno tornando a guardare a sinistra, verso Vendola e quindi verso la Cgil», ha spiegato. «È la dimostrazione che non potranno mai adempiere alla agenda europea».

Le distanze che ormai separano Pdl e Pd sulla riforma vengono fotografate anche da Gaetano Quagliariello. «Andare a votare con il Porcellum sarebbe una sconfitta per tutta la classe politica e un modo per fare campagna elettorale gratis a Grillo. Il Pd è più in difficoltà di noi, in questo momento potrebbe fare una legge maggioritaria, ma sarebbe un dispetto a Casini e questo non se lo possono permettere. Oppure una legge proporzionale, e farebbero arrabbiare gli ulivisti. Allora cercano una legge fortemente conveniente». Una linea su cui si attesta anche il portavoce vicario del Pdl, Anna Maria Bernini. «Lo stallo che ha prodotto il Pd sulla legge elettorale è semplicemente opportunistico e irresponsabile. Diciamo la verità: dietro tutti i tatticismi sul premio di coalizione e dietro tutti gli espedienti di giornata, c'è solo la sinistra volontà di andare alle urne risuscitando, con la benedizione di Prodi, l'alleanza di Vasto».

Berlusconi, comunque, nell'incontro di oggi non si limiterà a concentrarsi sul sistema di voto ma chiederà al partito di focalizzare e definire l'identità del Pdl sul tema dello sviluppo e del rilancio dell'economia. In questo senso Maurizio Sacconi, Paolo Romani e Mariastella Gelmini stanno preparando un manifesto per il Nord e una serie di eventi con le associazioni di categoria. Inoltre mentre Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, ha riunito i rappresentanti territoriali per elaborare un piano di sviluppo per il Settentrione, Andrea Augello, parlamentare laziale, propone «una conferenza programmatica dei sistemi locali di sviluppo in cui spiegare cosa significa scegliere il centrodestra». Il tutto accompagnato da una nota ufficiale che annuncia, alla vigilia dell'avvio del confronto tra il governo e le parti sociali, una vera e propria agenda alternativa sullo sviluppo e un giro di contatti con «le organizzazioni rappresentative delle imprese». «Le imprese necessitano di maggiori certezze.

Tra le certezze - si legge - si collocano la compensazione debiti-crediti tra imprese e Pa e l'attuazione delle riforme che con la mediazione e l'arbitrato hanno interessato la giustizia civile e del lavoro». Senza dimenticare la necessità di «ammorbidire le rigidità introdotte dalla riforma del lavoro».

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