L'epidemia di morbillo che si diffonde via internet

Sempre più italiani influenzati dal web, pieno di voci infondate sulla pericolosità dei vaccini. E così aumentano i casi di malattia

L'epidemia di morbillo che si diffonde via internet

«La medicina, in questo secolo, ha fatto enormi progressi: pensate a quante nuove malattie ha saputo inventare». Voleva essere solo una battuta, questa del grande Enzo Jannacci, invece per qualcuno è diventata qualcosa di più: assioma incontrovertibile, specchio di una diffidenza strisciante nei confronti della medicina e della scienza.
Internet è la grande piazza in cui attecchisce l'isteria contro farmaci, vaccinazioni e quant'altro: fanno male, sono più pericolosi delle malattie, e via dicendo. Così nasce la disinformazione, così cresce il numero di casi di malattie. Come il morbillo: in Italia nel 2014 ci sono già stati 1047 malati, in aumento rispetto ai circa 700 dell'analogo periodo dello scorso anno. Una crescita dipesa spesso dalla decisione di evitare le vaccinazioni. Ma perché la gente vi rinuncia? «Essenzialmente queste false credenze nascono da fatti isolati», spiega Silvio Garattini, direttore dell'Istituto «Mario Negri» di Milano. «Se compaiono malattie dopo la somministrazione di un vaccino, automaticamente la colpa è del vaccino. Ma sono cattive interpretazioni, le vaccinazioni non inducono l'incombere di malattie diverse da quelle che combattono». Se prima la lamentela rimaneva confinata all'androne di condominio, adesso con Internet qualsiasi convinzione viaggia estremamente velocemente, raggiungendo un gran numero di persone e contribuendo a compattare il fronte anti-cure. Come quella secondo cui la vaccinazione MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) causi autismo: «Una credenza nata dopo che un medico inglese, Andrew Wakefield, associò le due cose», ricorda Garattini. «La relazione è stata poi smentita: Wakefield ha ritirato i suoi lavori ed è stato condannato a pagare una multa per diffusione di notizie false». Ma certe convinzioni sono dure a morire e, ancora oggi, c'è chi ne propugna la credibilità. Come diffusa è la convinzione secondo cui il morbillo sia una malattia innocua. In un caso su mille, è responsabile di encefalite, evento che porta alla morte o a danni permanenti.
In rete ci sono numerosi siti, portali, forum dove si forniscono consigli su cosa fare e cosa non fare riguardo la salute. Con un particolare non da poco: chi dispensa questi pareri non è un medico. E crea un allarmismo ingiustificato: spesso si legge che mangiare carne, uova o formaggio aumenta le possibilità di tumore. «Niente di vero», smentisce Garattini, «chi enuncia tali cose segue una religione. Non c'è una documentazione scientifica alla base».
In altri casi, invece, si sottostima il pericolo di alcuni prodotti. Come il latte di mucca somministrato a bambini con meno di un anno d'età: in molti assicurano sulla bontà della scelta. E invece i medici lo sconsigliano fortemente perché, a quell'età, può essere causa di malattie. Latte che invece è fondamentale da adulti: in rete circola una campagna che ne demonizza il consumo, perché favorirebbe allergie e cancro. Niente di più falso: il latte è una fonte insostituibile di calcio, senza il quale si corrono rischi gravissimi per le ossa.

C'è chi invece propone soluzioni miracolistiche che sconfiggono in pochi giorni il diabete, incentrate su cibi crudi e diete alcaline, sconsigliando la terapia insulinica: nel peggiore dei casi si rischia la morte. Quando qualcuno dà consigli sulla salute, accertatevi sempre che sia un medico.

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