Il metodo Stamina non è una cura. Non c'è niente, nessun dato scientifico, che ne comprovi l'efficacia». È diretto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, perché non ci deve essere spazio per le illusioni quando si affrontano malattie incurabili oppure rare.
«I pazienti non devono pensare a Stamina come a un metodo di cura perché non lo è - ha affermato il Ministro ai microfoni di Prima di Tutto - sbaglia chi, in deroga alle norme vigenti, continua ad autorizzare i pazienti a sottoporsi a delle cure che non sono tali». Il protocollo per la sperimentazione sarà presentato al ministero a inizio agosto da Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation, ma intanto il ministro Lorenzin precisa: «Ricordo che il trattamento deve ancora essere valutato e ancora non è chiaro per quali malattie potrebbe essere efficace, quindi non è una cura». «È necessario porre fino ai dubbi e alle incertezze intorno al metodo Stamina - si legge in una nota di Federconsumatori per evitare in ogni modo speculazioni ignobili sui malati senza speranza. Quello che interessa ai cittadini è la sicurezza e l'accesso alle cure senza alcuna discriminazione». In tal senso «è fondamentale che la comunità scientifica si assuma la responsabilità di una parola conclusiva». Chi c'è già passato, ne è uscito con le ossa rotta. «La prima volta che ho telefonato a Vannoni, mi ha assicurato che sarei guarito, subito, al cento per cento». Per questo Carmine Vona ha accettato, dopo un ictus che gli aveva semi paralizzato la parte sinistra del corpo, come racconta alla Stampa, di sottoporsi all'infusione di cellule staminali. Ma non solo non è guarito, ha anche «rischiato di morire» per una crisi epilettica dopo l'infusione, e «la cosa peggiore è che quando sono stato male, proprio Vannoni ha cercato in tutti i modi di convincermi a firmare una liberatoria. Voleva che mi assumessi io la responsabilità». Dopo, «l'ho cercato tante volte al telefono, ma non mi ha più risposto». Secondo questa testimonianza il prezzo per il trattamento avrebbe dovuto essere di 27 mila euro, poi ridotti a 21.600. Pronta la replica del presidente di Stamina: «All'epoca dei fatti - precisa Vannoni -, Stamina non esisteva. Il paziente si è rivolto alla società Rewind Biotech di San Marino, da me presieduta, che produceva cellule staminali nel suo laboratorio secondo il protocollo di due biologi russi miei collaboratori, e dal cui protocollo, con delle modifiche, deriva l'attuale metodo Stamina». Vona «è stato quindi trattato in una clinica di San Marino e ha effettuato una sola infusione: ha pagato il costo della parte medica, ovvero - sottolinea Vannoni - circa 600 euro per il carotaggio e circa 300 per l'iniezione spinale».
Stamina è nata invece nel 2009 «quando abbiamo avviato il laboratorio di produzione cellulare, diretto dal dottor Andolina, presso l'ospedale Burlo Garofalo di Trieste: oggi i pazienti Stamina trattati a Brescia conclude Vannoni non pagano nulla, nè sono permesse donazioni libere».
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