Il premier Mario Monti ha visto oggi i sindacati a palazzo Chigi. Dall'incontro, incentrato sulle tematiche della crescita economica e dello sviluppo, le convinzioni del primo ministro, che commenta: "Bisogna agire su costo del lavoro e produttività. L'Italia è tra i Paesi che hanno peggiorato la posizione a livello internazionale". Al contrario, per esempio, di quanto fatto da Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo.
Secondo il premier non bisognerebbe tanto "ridurre i salari", ma piuttosto "modernizzare le relazioni industriali". E seguire il confronto "sulla produttività e sulla competitività delle imprese" italiane - spiega Monti - "toccherà al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera".
Lo stesso Passera ha chiarito che "intendiamo mettere le poche risorse a disposizione a supporto dell'eventuale accordo che venisse fuori da una tavolo tra imprese e sindacati per la produttività", aggiungendo che "ci sono margini per mettere più soldi in tasca alla gente ma senza aumenti di produttività, gli aumenti salariali saranno impossibili".
Al tavolo il premier rimarca il ruolo svolto dall'Italia in Europa in questi mesi: è stato "importante". Il Paese ha agito "con l'autorevolezza di un Paese che sta facendo la sua parte, senza richiedere aiuti economici, pur in una situazione di debolezza economica".
Camusso: "La crescita non può dipendere dalle parti sociali"
Al presidente del Consiglio risponde il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, critica. "La crescita - sottolinea - non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale. Servono interventi sulla produttività di sistema, politiche industriali ed energetiche da parte del governo.
Serve ridare fiducia alle persone cominciando con la detassazione delle tredicesime con le risorse recuperate dalla lotta all'evasione. Le parti sociali possono fare la loro parte ripartendo dall'accordo del 28 giugno 2011, estendendolo ed applicandolo nei rinnovi contrattuali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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