La conferma del rifiuto all'estradizione dei 10 ex terroristi rossi degli anni di Piombo in Italia ha subito innescato un sentimento di indignazione e rabbia, specialmente da parte dei parenti delle vittime che ancora oggi chiedono verità per i loro cari che hanno perso la vita. A raccogliere queste istanze è anche il gruppo di Fratelli d'Italia, che oggi alla Camera ha depositato una mozione che si pone l'obiettivo di perseguire proprio la strada della giustizia per quanto accaduto in passato.
La mozione di FdI sugli ex Br
I familiari delle vittime non intendono cedere di fronte all'ennesimo schiaffo contro il nostro Paese, motivo per cui è stata già annunciata la volontà di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro la decisione della Corte di Cassazione francese. Ecco perché nel testo di FdI, visionato dall'Adnkronos, si impegna il governo "a fornire tutta la necessaria e dovuta assistenza legale ai parenti delle vittime dei reati commessi dai dieci terroristi italiani rifugiatisi in Francia".
Non solo: nella mozione si precisa che non si vuole interferire in questioni interne, ma allo stesso tempo si chiede all'esecutivo di centrodestra di adoperarsi per "proporre alla Francia la possibilità di ricorrere all'espulsione dei dieci terroristi italiani, in qualità di persone non gradite dalle autorità francesi".
Il primo firmatario è Tommaso Foti. Il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio ha spiegato che la richiesta è quella di fornire tutta la dovuta assistenza legale ai parenti delle vittime dei reati commessi dai dieci ex terroristi: "Dopo l'inspiegabile decisione della Corte di Cassazione francese di non procedere alla loro estradizione, assicuriamo che il governo Meloni farà quanto è nelle sue possibilità per garantire pene esemplari ai crudeli terroristi e giustizia alle famiglie".
La linea del ministro Nordio
Nelle scorse ore Carlo Nordio ha affermato che la condanna morale non può essere considerata sufficiente. Il ministro della Giustizia tra l'altro ha sottolineato quanto sarebbe importante se si palesasse "un segno di dissociazione da quelle imprese criminali", mentre qualcuno di loro ha già reagito "con arroganza e ironia".
I parenti delle vittime si sono appellati al Guardasigilli per appigliarsi all'ultimo filo di speranza, chiedendogli di valutare tutte le possibilità sia politiche sia giudiziarie. Ma è stato lo stesso Nordio a rimarcare che, per quanto riguarda la possibilità della Cedu, non è consentito un ricorso da parte degli organi statuali: "Occorre semmai un'iniziativa da parte delle persone interessate. È troppo presto per definire ora in termini tecnici quali siano le nostre possibilità di continuare questa nostra legittima aspettativa a favore delle vittime che attendono giustizia".
Il ministro della Giustizia ha assicurato che verranno messi in azione tutti gli sforzi necessari.
Indubbiamente la strada della Corte europea dei diritti dell'uomo è da considerarsi come un percorso complicato, ma Nordio ha annotato che "ogni ordinamento giudiziario conosce dei rimedi a eventuali errori, come la revisione in Italia". Ecco perché ha dichiarato che nei meandri della legislazione internazionale e degli accordi tra gli Stati "è possibile che vi sia un barlume di speranza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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